Radici e semantica delle parole sarde rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico di storia e di cultura sarda a Biella
MURISTÉNIS in campidanese indica il recinto sacro attorno a una chiesa campestre; alla faccia interna del recinto s’addossano dei portici per i commercianti o persino casupole appartenenti ai novenanti che organizzano la sagra.
Poiché il termine è foneticamente simile all’it. monastèro < gr. μοναστήριον ‘dimora solitaria’, i filologi romanzi hanno assoggettato il termine sardo a quello greco-bizantino, il quale nel primo Medioevo era passato a significare il vero e proprio ‘monastero’ ossia il luogo dove convivono i monaci. Quella traduzione ha investito pure Muristénis, che è il nome sardo del paese oggi noto come Monastìr. In realtà questi due termini campidanesi sono arcaici, precristiani, ed hanno sempre indicato il témenos, ossia il recinto sacro entro cui viene edificato un tempio.




