La comunità dei Sardi di Biella ha celebrato la ricorrenza dell’ottantesimo conferimento del Premio Nobel per la Letteratura a Grazia Deledda (1926-2006) con una serata a lei dedicata.
Nei saloni del Circolo Su Nuraghe, il professor Roberto Perinu ha tracciato il percorso letterario della scrittrice, soffermandosi su alcuni aspetti della Sardegna deleddiana, descritta nelle oltre quattromila pagine della sua opera.
Pagine che toccano le corde dell’anima, capaci di generare emozioni, attivando i registri del ricordo e della suggestione.
Un aspetto che, anticipando di alcuni decenni gli scrittori del Novecento, universalizza la scrittrice sarda oltre i confini della penisola italiana.
Bisogna arrivare al filone del romanzo introspettivo anglossassone per ritrovarvi le sfumature deleddiane.
La lettura del racconto, che va oltre l’apparente superficialità della trama e della caratterizzazione dei personaggi, spesso fragile, diventa luogo della memoria e degli affetti.
Quella di Grazia Deledda è opera d’arte, poichè in grado di suscitare una reazione emotiva che, superando la concatenazione oggettiva dei rapporti di causa ed effetto, apre una dimensione in cui il lettore ritrova in se stesso i ricordi e gli affetti che sono la sua dimensione personale della storia: la sua Sardegna.
Battista Saiu