Giugno, la Festa Sarda -Luglio, incontro tra il Coro sardo Florinas, il Coro biellese Burcina e il Coro torinese Le Chardon – Novembre Su Nuraghe in Musica
Stiamo andando incontro alla primavera 2006 con la segreta speranza che sboccino per noi, per tutti, nuovi fiori di positiva creatività. Partecipiamo con entusiasmo alle iniziative culturali del Circolo perché sappiamo che troveremo ogni volta una serata piacevole, una qualche intima sorpresa che ci fa gustare attimi di spensieratezza. Tra giugno e ottobre ci sono stati tre momenti significativi per l’amicizia sardo-piemontese. E qui, cosa tutt’altro che desueta, è stata ancora una volta la musica il linguaggio comune, il trait d’union che rafforza un antico legame tra due regioni amiche che si “frequentano” da tempo. A giugno si è svolta a Biella, nel piazzale della Palazzina Piacenza presso il chiostro di san Sebastiano, la Festa Sarda apertasi con lo spettacolo danzante del gruppo folcloristico “Santa Lucia” di Lodè (Nu). La fisarmonica di Paolo Canu ha vivacemente accompagnato l’esibizione, suscitando emozioni che trovano origine nelle antiche credenze popolari e culturali tramandate a noi attraverso secoli di sentite interpretazioni coreutiche e musicali.
Impossibile non lasciarsi sedurre dalla ricchezza cromatica dei costumi femminili, preziosamente ricamati a mano. Massimo Zaccheddu ha cantato Deus ti salvet Maria e Su Perdonu ed è stato un trionfo quella voce emozionale che a tratti ha sfiorato punte di sacralità, invitando quasi al raccoglimento interiore. Fausto e Antonella Farris, chitarra e voce, hanno proposto brani tradizionali dell’Isola di Sardegna. I Fucilieri di Su Nuraghe, sparando salve beneaugurali, hanno dato inizio all’inaugurazione della nuova “Piazzetta Alberto Ferrero della Marmora”, all’incrocio tra via De Fango e via Quintino Sella, davanti alla basilica di S. Sebastiano, dove Padre Accursio ha officiato sa Missa Majore. Nei saloni della Banca Sella è poi seguito il pranzo sociale, con la tradizionale “Breveghe in cappotto“, preceduto dall’aperitivo.
A luglio si è celebrato un gemellaggio “vocale” tra l’Isola e il Piemonte. Sono arrivati, direttamente dalla Sardegna, i coristi di Florinas. Si sono esibiti al Piazzo, indossando i loro costumi tradizionali.
La chiesa di S. Giacomo, gremita di gente al punto da non trovare posti a sedere, è stata il teatro ideale per uno spettacolo che ha coniugato rispettosamente il sacro e il profano dei canti corali. I cantori di Florinas, insieme ai “colleghi” biellesi del Coro Burcina e ai torinesi del Coro Le Chardon, hanno dimostrato un’eccellenza canora che è il risultato di ore e ore di prove, di serate trascorse nel gruppo a intonare e a modulare sapientemente questo strumento formidabile, e oserei dire ..unico.. rappresentato dalla voce. L’inizio d’autunno ci ha riservato ancora una piacevole sorpresa sonora con una serata d’arte musicale davvero eccellente che ha suggellato, per il 2005, l’amicizia tra Piemonte e Sardegna. Arrivando al circolo siamo scesi giù per le scale… due piani sotto, fino alla biblioteca.
Rivivo quel piacevole momento. Abbracci, saluti, sorrisi… c’è un po’ di gente, ma … dove sono gli artisti? Ah, ecco Massimo Serra… sta cordialmente dialogando con il presidente del circolo. Il batterista capitano del gruppo ha un cognome che tradisce le sue origini sarde. Ha un sorriso contagioso, Massimo.
Quando cammina lo fa con la scioltezza di chi ha il ritmo che scorre nelle vene. Credo che il ritmo sia il suo respiro… il respiro di chi vive con e per la musica. Prende posto alla batteria. Due rullate per saggiare l’acustica e per mettersi in sintonia con “lei“. Presto è raggiunto dai compagni. Si accordano chitarra e basso. Si provano i microfoni. La tastiera è pronta per partire e il pianista Emanuele Dicembrino, attraverso i suoi occhiali rettangolari che gli danno un’aria “contemporanea”, ha tutto sotto controllo.
Di tanto in tanto inarca le sopracciglia ritmicamente e… osserva il pubblico, sorridendo. È un simpatico gioco che crea rapidamente empatia fra artisti e spettatori! Qualche volta mi è capitato di ascoltare, piuttosto distrattamente devo dire, pezzi di Bill Evans, Chet Baker o di Gerry Mulligan, dedicandovi lo stesso disimpegno con cui si ascolta l’autoradio durante lunghi viaggi in autostrada.
Pur apprezzandone il genere, distinguere brani cool jazz da altri free jazz è per me più una questione d’intuito che non di conoscenza.
Resto completamente catturata dalle sonorità espressive che il gruppo sa creare. Paola Grazioli, voce del gruppo particolarissima e molto amabile, accompagna e sottolinea l’esibizione per tutto l’itinerario musicale, punteggiandolo con note storiche informative, decisamente utili a noi profani. Si parte dalla musica nera africana, si attraversa il blues, il jazz, il punk inglese… eccellenti brani che percorrono il Novecento e che vanno da Miles Davis a Duke Ellington, da Norah Jones a Michael Boublè, da George Gershwin a Tuck & Patty, da Aretha Franklin a Sting, abbracciando il mondo dall’America all’Europa e viceversa… A sorpresa, in chiusura, spuntano persino … nostrani e mai dimenticati Battisti e De Andrè! Mauro Fregonese, il bassista preciso e serissimo del gruppo, appoggia Nicola Boschetti, il chitarrista eclettico, eccentrico e creativo che riesce a intessere dialoghi musicali con i compagni del gruppo e con il pubblico, segnandoli con una colorita e originalissima interpretazione. I cinque ragazzi di Serrabanda “discutono” appassionatamente, passando dall’aria di ribellione del be bop all’atmosfera quasi rarefatta del cool jazz, dal colore della musica etnica e della fusion alle sonorità internazionali della world music. E riescono a comunicarci emozioni che animarono quei compositori-musicisti, creando tappeti soffici in cui c’è spazio anche per improvvisazioni ed assoli, dove la contaminazione è un’esperienza produttiva di crescita tecnica ed artistica… oltre le frontiere continentali o regionali, in stupendi scambi di arte e cultura. Tutto finisce. Un rinfresco a base di “mustazzolos” di Oristano e bionda Vernaccia ci riporta in via Galilei. I musicisti apprezzano il brindisi e i nostri applausi, sinceri accorati… meritati.
Ragazzi, tornate presto a intrattenerci.
Clipea