Festa degli alberi, la Brigata Sassari a Biella

Il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella organizza, nei giorni 18 e 19 ottobre 2008, la prima “Festa degli alberi” in occasione della intitolazione di Nuraghe Chervu, dedicato alla Brigata “Sassari”, ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi, in collaborazione con il Comune di Biella, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Regione Autonoma della Sardegna, della Provincia di Biella e della F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia).

Mostra a Palazzo La Marmora

Mostra brigata SassariSabato 18 ottobre, alle ore 21 – a Palazzo La Marmora di Biella Piazzo, inaugurazione di una sezione straordinaria della Mostra: “I Diavoli Rossi, la Brigata “Sassari” nella Grande Guerra“, con esposizione di documenti e cimeli provenienti dal Museo Storico della Brigata, che ha sede nella Caserma “Alberto La Marmora” di Sassari; a seguire, il concerto inaugurale con i “Dimonios“, la Banda della Brigata “Sassari”, e i Tenores di Su Cuntzertu abbasantesu (Oristano).
L’appellativo: “Rote Teufel“, Diavoli rossi, Dimonios, è dovuto all’epiteto con cui i ‘nemici’ austriaci (con ammirazione e terrore), indicavano i “Sassarini“, per via del colore rosso delle mostrine che spiccava sul bigio delle loro divise, ma, soprattutto, per il grande coraggio e la violenza negli assalti dimostrato dai soldati sardi durante la 1a Guerra Mondiale.

Contemporaneamente, nelle sale del Palazzo, sarà predisposto un ufficio postale mobile per l’annullo filatelico speciale, che permetterà di spedire lettere e cartoline con i francobolli della Brigata “Sassari”, annullati dal timbro postale recante la data dell’evento, sul cui timbro è stato riprodotto il disegno di una spada votiva nuragica del XVIII sec. a. C.. Copia della spada è stata riprodotta e verrà collocata in cima al menir di Nuraghe Chervu per segnare il tempo del solstizio, a indicare, con l’immagine generata dal sole nel suo giorno più luminoso, il sacrificio dei 13.602 figli di Sardegna e dei 523 Biellesi caduti per la costruzione dell’Italia moderna.

Il monumento

La storia di un popolo ha nelle sue feste nazionali un mo­mento forte di presa di coscienza di ciò che costituisce il fondamento e la norma del bene comune, in una tavola di valori che deve rifarsi a Dio Padre, da cui discende ogni vincolo di fraternità. Di questo viene data testimonianza non solo nelle parole, nei discorsi, bensì anche nei monumenti, che nella muta eloquenza ricordano con la loro presenza gli eventi e i momenti cruciali della storia della comunità.
Così questo nuraghe, Nuraghe Chervu, voluto fortemente dalla comunità dei sardi abitanti in territorio biellese, per ricordare, a novanta anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale e nell’approssimarsi del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, il sacrificio di tanti figli della terra di Sardegna caduti per la patria.

Con queste parole, don Ferdinando Gallu benediceva, a giugno, l’area in cui sorge Nuraghe Chervu, luogo che, domenica 19 ottobre 2008, alle ore 12, verrà intitolato alla Brigata “Sassari”, ai Caduti sardi e ai Caduti di Biella.
La scelta di erigere un manufatto a forma di nuraghe ai piedi delle Alpi vuole ricordare, rappresentando attraverso la simbologia delle pietre organizzate, unite a formare il monumento, i milioni di giovani mobilitati nelle guerre risorgimentali, coronate vittoriosamente col contributo di valore e di sangue dei 650.000 morti all’inizio del Novecento.
Sulla pietra dedicatoria, sono indicate le date di alcuni snodi del percorso unitario italiano cui la Sardegna ha fornito nome e fondamento giuridico:
– 5 aprile 1297, papa Bonifacio VIII istituisce il Regno di Sardegna da cui origina, il 17 marzo 1861, il Regno d’Italia;
– 4 novembre 1918, si realizza il sogno di Unità nazionale perseguito dagli Eroi del Risorgimento;
– 28 aprile 2008, inizio dell’erezione di Nuraghe Chervu, lo stesso giorno del mese in cui i Sardi del 1794 cercarono di liberarsi dal giogo feudale.

La festa degli alberi

Mostra brigata SassariDomenica 19 ottobre, giornata della Brigata “Sassari” a Biella, unica Unità dell’Esercito Italiano a reclutamento volontario su base regionale.
Si inizia alle 10,15 con l’esecuzione dell’Imnu sardu nationali, seguito dall’omaggio floreale al Gen. Alberto Ferrero Della Marmora, Senatore del Regno di Sardegna, nella piazzetta a lui dedicata, antistante la chiesa di S. Sebastiano.
Subito dopo, alle 10,30 la Missa Majore officiata da Padre Accursio e decorata da canti “a tenore” di Su Cuntzertu abbasantesu, di Abbasanta (Oristano).
Alle 12, concentramento nei pressi di Nuraghe Chervu, via Lago Maggiore,con partenza dal piazzale della Pasticceria Brusa.
A fianco dei militari, grandi protagonisti saranno i bambini per la prima edizione della “Festa degli alberi“, con la messa a dimora di una pianta per ogni nuovo nato nella Comunità di Su Nuraghe di Biella.
Trenta ragazzi di età compresa tra i 6 e i 15 anni innalzeranno le antiche insegne nuragiche della vita che sconfigge la morte, salutando la vita che ritorna; al petto porteranno appuntate le decorazioni militari degli antenati che hanno combattuto nella Grande Guerra, a significare la continuità ideale e il ricordo dei giovani caduti sui campi di battaglia.
Con il rito del grano e la rottura del piatto, trenta donne di Su Nuraghe
benediranno le giovani mamme, gli uomini della “Sassari”, i bambini, le piante e le pietre di Nuraghe Chervu.
La benedizione religiosa verrà impartita da don Ferdinando Gallu, mentre i fucilieri di Su Nuraghe faranno da contrappunto con le loro salve beneaugurali agli squilli di tromba dei “Sassarini“, agli onori e agli inni militari.
Infine, messe a dimora le piante di ginepro offerte dal Corpo Forestale della Sardegna, il rinfresco sul piazzale della Pasticceria Brusa per gustare i “Nuraghini al mirto” appositamente realizzati.

Battista Saiu, Presidente di Su Nuraghe


Le culture sarde e piemontesi si fondono tra loro con una storia ultra secolare. Alberto La Marmora, le cui spoglie mortali sono conservate nella Basilica di San Sebastiano a Biella, fu il primo grande “trait d’union” fra i biellesi e la Sardegna. Durante la sua esperienza sul territorio, durata oltre tredici anni, da grande appassionato di scienze qual era, studiò e registrò non solo gli aspetti storici dell’isola, ma soprattutto quelli geografici, zoologici, etnologici e archeologici dell’intera Sardegna. E proprio per quest’ultimo motivo, sebbene venga ricordato maggiormente per il grande contributo offerto alla cartografia, non rimase immune dal fascino dei nuraghi e concorse notevolmente al loro studio e alla loro documentazione. La Marmora “il biellese”, La Marmora “il sardo”, come le tante piazze, le tante strade e la montagna più alta della Sardegna lo ricordano, ha nella comunità Biellese, così come sull’isola, testimoni appassionati. Anche la Caserma del Comando Brigata “Sassari” – nella città di Sassari – è intitolata al Biellese Alberto Ferrero Della Marmora.
Alberto La Marmora è stato, oltre che scienziato e studioso, un soldato ed un uomo politico. Morì poco prima di poter assistere all’unificazione del suo Paese, all’unione del suo Piemonte e della sua Sardegna sotto uno stesso tricolore nazionale. Combatté diverse battaglie e i suoi biografi lo ricordano come un uomo che “amò sopra ogni cosa l’esercito”, che servì con la stessa dedizione con cui la Brigata Sassari affrontò le insidie della Grande Guerra: anche nella ritirata di Caporetto la Brigata “Sassari”, estrema retroguardia dell’Esercito, diede prova di orgoglio e compattezza. Il Battaglione “Musinu” fu l’ultimo dell’intero Esercito a ripiegare oltre il Piave, attraversando il Ponte della Priula, inquadrato e a passo cadenzato, quasi irridendo il nemico che incalzava.
Il nuraghe realizzato a Biella, che sancisce l’antico legame fra Biellesi e Sardi, viene ora intitolato alla Brigata “Sassari”, ai 13.602 Caduti sardi e ai 523 concittadini che caddero durante il Primo conflitto mondiale.
Il “Nuraghe Chervu” – eretto a Biella nel novavantesimo anniversario dalla fine del Primo Conflitto Mondiale – vuole anche ricondurre la memoria al dolore delle guerre e ai sacrifici che hanno portato alla creazione dell’Italia moderna che festeggerà nel 2011 i suoi primi centocinquant’anni di costituzione.
La struttura del nuraghe, unica in Piemonte, è il simbolo cittadino della perfetta e armonica integrazione e convivenza di due comunità. Pensata per ricordare l’Unità d’Italia, è stata realizzata con pietre provenienti dalle varie regioni proprio per affermare, a futura memoria, quell’unione di intenti che culminò con la creazione di uno stato unitario e con la difesa dei suoi confini.

Doriano Raise, Assessore all’Urbanistica
Vittorio Barazzotto, Sindaco di Biella

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