Le lezioni di cinema di “Su Nuraghe film” – Sabato 8 novembre, ore 21
Particolarmente atteso è il prossimo appuntamento di “Su Nuraghe film”, per la proiezione di “Sonos ‘e memoria“, un film di Gianfranco Cabiddu, realizzato con immagini provenienti dagli archivi dell’Istituto “Luce” di Roma.
Un capolavoro di musica etnica moderna (durata 25 minuti), creato da Paolo Fresu, asservito alle splendide immagini dell’intelligente film di Gianfranco Cabiddu sulla Sardegna degli inizi del Novecento.
Un affascinante volo nel tempo, capace di coniugare i volti, le storie della terra e del lavoro, con un fitto intreccio musicale, cui concorrono strumenti di opposti significati e derivazioni.
“Sonos ‘e Memoria, attraverso una strumentazione ed un repertorio inusuali, vuole essere uno spaccato, una sorta di campionario, degli strumenti e degli stili della musica della Sardegna di ieri e di oggi.
Monodia, polifonia sacra e profana, processione, ballo, jazz e musica improvvisata sono eseguiti con strumenti tipici della tradizione (voci, launeddas, fisarmonica) con strumenti classici (violoncello) con strumenti tipici del jazz (tromba, percussioni, contrabbasso) e di altre musiche (mandola, tabla, multieffetti) con testi nelle tre varianti dialettali principali della lingua sarda (logudorese, campidanese, gallurese).
Il tutto per esaltare quella ricchezza sonora ed espressiva che fa della musica sarda una tra le più ricche e varie del Mediterraneo” (Paolo Fresu). Un incontro di linguaggi in cui, nella prima parte, ogni musicista presenta il suo universo musicale, cui di volta in volta si uniscono gli altri, poi le luci calano e il film scorre sullo schermo.
Da questo momento in poi i diversi mondi musicali si fondono insieme.
I musicisti, al buio, suonano, sul film di Cabiddu, come se fosse una partitura, precisa ma emozionalmente libera, creando così un’inscindibile immedesimazione fra musica e immagini.
Un’avventura condotta sul terreno scosceso della rivisitazione e dell’invenzione: ricchissima di spunti, scevra di ogni banalità folkloristica.
Un viaggio alla cui base stanno la consapevolezza e la fierezza di un popolo, di un’isola.
Ai presenti verrà fornita una specialissima “dispensa” con riprodotte alcune pagine di giornali d’epoca che documentano l’inaugurazione di Carbonia (18 dicembre 1938), uno dei tre nuovi centri sardi (Fertila, 1936 ed Arborea/Villaggio Mussolini, 1928) sorti sull’Isola durante la fase della “svolta autarchica”.
Mario Rovetti Pilotto
La prossima lezione di cinema “Su Nuraghe film”, che ha lo scopo di far “conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore”, verrà presentata dal dott. Mario Rovetti Pilotto, sardo di seconda generazione (madre nata a Cagliari), uno dei quattro docenti di origine sarda, nati fuori dell’Isola, consiglieri comunali, chiamati a presentare la rassegna autunnale di cinema sardo d’autore.
Laureato in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Torino, il dott. Mario Rovetti, nato a Biella nel 1963, esercita l’attività di commercialista con studi in Biella e Borgosesia ed è consulente del Tribunale di Biella con funzioni di curatore fallimentare e C.T.U.
Dal 2000 al 2007 ha ricoperto la carica di presidente del Collegio dei Ragionieri Commercialisti della provincia di Biella ed attualmente è vice presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Biella.
Apprezzato professionista (revisore della Comunità Montana Valle del Cervo, del Comune di Varallo, del Comune di Strona, del Consorzio tra i Comuni di Varallo e Civiasco per la raccolta e la depurazione delle acque reflue dell’area di Varallo, componente del collegio di revisione dell’A.T.L. Valsesia, presidente del collegio dei revisori dell’associazione dei centri di servizio del volontariato di Biella, Vercelli e Novara, sindaco di società di capitali aventi sede nel Biellese, nella Valsessera, nella Valsesia e nel Casalese; già presidente del collegio dei revisori del Comune di Borgosesia; già componente del collegio dei revisori della Provincia di Biella e del collegio dei revisori del Comune di Serravalle Sesia, dal 1995 al 1997 è stato titolare della “rubrica fiscale” all’interno del bisettimanale locale “La nuova provincia di Biella”. E’ stato relatore, nel periodo nov. – dic. 2005, a convegni di approfondimento professionale sul tema “Il nuovo concordato preventivo”; docente all’executive master in management interculturale (Biella, nov. 05 – giu. 06) sui temi “impresa, imprenditore e azienda” e “rapporti impresa – fisco”), è sindaco revisore del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.
Scheda del film
Il filmato presenta immagini di repertorio della Sardegna degli anni ’30 e ’50, tratte dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce, proponendo uno spaccato della vita quotidiana e festiva della Sardegna della prima metà del XX secolo: antichi mestieri, feste e cerimonie.
La colonna sonora si propone come rielaborazione delle forme musicali più caratteristiche della tradizione sarda.
Un viaggio in una Sardegna insolita, fuori da coordinate geografiche e temporali, astratta, un ritratto dove il colore interagisce con il bianco e nero del repertorio; diario di bordo di un’avventura umana e artistica; passaggi di tempo rappresentati dal confronto tra maniere antiche e moderne di compiere le stesse azioni.
Balli e tradizioni popolari, che nel tempo presente, riaffiorano quasi soltanto nelle vesti tipiche indossate nei momenti delle feste, nei rituali di nozze e di feste popolari.
“Nel film si dice tanto, quasi tutto: in realtà siamo stati un po’ spudorati, abbiamo buttato dentro tutto quello che c’era dentro il cuore.”
– Queste le parole che Gianfranco Cabiddu ha usato per descrivere lo spirito con il quale sono stati creati i “Passaggi di Tempo” di “Sonos ‘e memoria“.
La creazione di un limbo tra finzione e documentazione conferisce al film, allo stesso tempo, l’andamento del documentario, con le scene rubate alla vita dei musicisti, le immagini di archivio e la finzione delle scene ricostruite.
“Proprio per questo – continua l’autore – è stato importante ricostruire la scena di Paolo Fresu con il padre: si percepisce come scena naturale, poetica, piena di dolcezza e si vede, a partire dalle mani di un uomo che ha lavorato con le mani per tutta una vita, la sensibilità di tramandare, di salvare le parole in un sacchetto e farle arrivare al figlio in maniera naturale, non retorica“.
Battista Saiu
Nelle foto: ritratto di Mario Rovetti pilotto e la locandina del film.