“Alcuni, recandosi a Praga e passando su “Ponte Carlo”, non si chiedono chi fosse questo re Venceslao, rinominato Carlo, che diede un’impronta così pregnante a ogni angolo di Praga” – Il filmato racconta per immagini la gita a Praga degli amici di Su Nuraghe – Una nuova occasione per produrre e proporre cultura
Sabato 19 settembre, alle ore 21, nelle sale del “Punto Cagliari” a Biella, ci sarà il primo appuntamento della rassegna autunnale “Su Nuraghe film“. In cartellone la proiezione di “A Praga con Su Nuraghe“, un “montaggio delle girate” effettuate dal nostro Socio Guido Re durante la gita sociale a Praga, arricchite da immagini d’epoca relative ai fatti della “Primavera di Praga”.
“Alla fine di marzo – scriveva Isabella Salaris, responsabile ed organizzatrice della gita – 32 persone si sono date appuntamento in piazza Martiri della Libertà a Biella, dove un autobus le aspettava per portarle all’aeroporto di Malpensa: destinazione Praga. Così è iniziata la breve avventura dei Soci del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella che si sono recati in gita sociale nella bella città mitteleuropea: pochi giorni alla scoperta di monumenti, chiese, piazze, musei, quartieri, cucina, mercati, oggetti da portare a casa”.
L’esperienza di quei quattro giorni vissuti insieme dal gruppo viene ora proposta attraverso il film realizzato da Guido Re. Un nuovo viaggio di immagini attraverso strade e ponti, visitare il Castello, la Piazza con l’orologio, assaggiare il gulasch e la birra scura dei ristoranti tipici, fare piccoli acquisti ai mercatini, riflettere al quartiere ebraico, cenare sul battello mentre scivola dolcemente sulle scure acque della Moldava, respirare la magia della città di notte.
Battista Saiu
Breve presentazione personale
nelle parole autobiografiche di Guido Re
Nacqui a Legnano, in provincia di Milano, il 2 marzo 1936. Frequentai nella mia città la scuola dell’obbligo, sino alla seconda media, poi le circostanze mi portarono a proseguire gli studi a Prato, nel maestoso edificio. tuttora rinomato, del Convitto Nazionale Cicognini, che vanta ormai oltre tre secoli di cultura, essendo sorto nel lontano 1692. Tra gli ex-allievi che si formarono in questo istituto, molti si distinsero nella vita pubblica ed ecclesiastica e in quella delle scienze o delle lettere. Qui studiarono insigni statisti come Bettino Ricasoli che fu primo ministro nel 1861, quale successore di Cavour nel Regno d’Italia, scrittori e poeti come Curzio Malaparte e Gabriele D’Annunzio, politici come Giuseppe Mazzoni, triunviro della Toscana, oltre che patrioti e grandi uomini dell’imprenditoria pratese.
Mio padre scelse per me questa scuola esclusivamente perché la sua professione lo portava a frequentare molto da vicino la città di Prato. Qui dunque studiai per sei anni, cari alla mia memoria, conseguendo la licenza media e la licenza liceale. A diciotto anni mi iscrissi all’università nella facoltà di Chimica. Interruppi gli studi universitari per la leva militare, un tempo obbligatoria per 18 mesi. Come militare fui inviato a Bologna e, a questa università, terminato il periodo di leva, mi iscrissi per il triennio finale e mi laureai.
Tornato a Legnano, fui assunto presso la grande società chimica Hoechst, dove lavorai come chimico per circa quattro anni. Presi moglie tedesca e nacquero due figlie e un figlio. Le prime morirono prematuramente, mentre mio figlio Flavio, trentaseienne che vive a Legnano, conserva con me un affettuoso rapporto.
Fino a pochi anni fa, con un mio fratello, fui alla guida di una società famigliare di prodotti chimici destinati prevalentemente all’industria tessile. Fondata questa ditta a Legnano da mio nonno nel lontano 1910, in un quartiere della città divenuto col tempo zona esclusivamente abitativa, dovemmo trasferire l’attività , prima nel Biellese e poi nel Pratese, dove è tuttora attiva ed è condotta da mio nipote Giovanni Re, pratese di nascita e con famiglia pratese. Nel 2010 la ditta compirà cento anni.
Io vivo a Valdengo e, apprezzando l’attività culturale del circolo Su Nuraghe, ne sono diventato socio affezionato.
Guido Re
Il film “A Praga con Su Nuraghe”
scheda del filmato nelle parole di Guido Re
Il mio lavoro è lontano dal rappresentare un film ben riuscito. Si tratta di un racconto per immagini della gita a Praga con amici di Su Nuraghe nel marzo scorso. Tra le varie difficoltà che ho incontrato, ma che sempre si incontrano quando le riprese si succedono casualmente, senza la necessaria predisposizione tecnica degli ambienti, dell’illuminazione, dei testi e dei dialoghi, come avviene invece in un qualsiasi lavoro professionale che può giovarsi di scenografi, di operatori specializzati, di ricerca programmata dei luoghi e dei tempi in cui riprendere.
Prendiamo questo filmato com’è, con tutte le sue manchevolezze. Il montaggio mi ha permesso di valorizzare qualche scena, ma non tutte. In particolare la scarsissima illuminazione di certi interni, in penombra estrema: penso alla birreria “U Fleku” o alla gita serale a piedi o a quella in barca sul fiume Moldava. La luce è l’essenza della ripresa fotografica e cinematografica. Se la luce è scarsa, bisogna fare buon viso a cattiva sorte.
Ho cercato di corredare gli argomenti con sottotitoli o spiegazioni vocali e dando qualche notizia storica, anche se ciò può costituire un appesantimento rispetto all’attesa spensieratezza di una semplice “Gita di gruppo”. Alcuni, recandosi a Praga e passando su “Ponte Carlo”, non si chiedono chi fosse questo re Venceslao, rinominato Carlo, che diede un’impronta così pregnante a ogni angolo di Praga. D’altra parte è materialmente impossibile condensare entro la durata del film tutte le spiegazioni della nostra brava guida turistica, spesso distante dal microfono della videocamera.
Per ultimo voglio aggiungere che, forse perché, nel 1956, fui terribilmente colpito dai racconti diretti di certi compagni di università, fuorusciti dalla loro amata patria, l’Ungheria, che avevano vissuto la tragica esperienza dei carri armati sovietici durante l’insurrezione di Budapest, ho voluto non ignorare l’analoga insurrezione seguita alla cosiddetta “Primavera di Praga“. Ho quindi reperito su Internet un documentario autentico che spiegasse l’esasperazione popolare, soprattutto studentesca, di chi orribilmente si immolò dandosi fuoco nei luoghi dove ora ci si sofferma di fronte alle lapidi della loro memoria.
Non tutto quanto il materiale da me ripreso è stato usato per confezionare questo lavoro. Una parte è stata scartata perché ritenuta pleonastica al racconto e una parte perché avrebbe allungato ancor più la già lunga durata del presente Video.
Nelle immagini: ritratto di Guido Re e locandina della serata.