In occasione della Pasqua, anche sulle mense più umili compaiono casadinas o pardulas, dolci a base di ricotta e formaggio, tericcas o caschettas realizzate con miele o vincotto, specialità proprie del mondo pastorale e contadino.
Nel mondo della postmodernità non sempre è facilmente individuabile la distinzione tra le specialità alimentari connesse alle attività produttive; tuttavia, nelle case in cui sono presenti bambini viene ancora confezionata sa cogone de s’ou, pane bianco di semola di grano duro con uno o più uova incorporate.
Simbolo universale, idea primordiale comune a Celti, Greci, Egizi, Fenici, Cananei, Tibetani, Indù, Cinesi, Giapponesi, alle popolazioni siberiane, indonesiane ed altre ancora, l’uovo è al centro della Pasqua cristiana e rimanda a Gesù che risorge dalla tomba e al pulcino che esce dal guscio. Un simbolo precristiano di rinascita e rinnovamento della vita all’inizio dell’equinozio di primavera di cui la Pasqua giudaico-cristiana è la massima espressione occidentale.
Un grande uovo di struzzo o di porcellana, appeso nei templi, nelle chiese copte e nelle moschee, raffigura la creazione, la vita e la resurrezione.
Uova, pani e bambini rimandano alle stagioni. Sa Cogone de s’ou piccada, a motivi floreali e con foglie rappresenta la primavera, il futuro, la nuova vita.
Bonas Pascas,
Battista Saiu
Nell’immagine: cartoncino di auguri inviato ai Soci di Su Nuraghe e ai Sardi della Provincia di Biella in occasione della Pasqua 2010.