Corso di filet, preservare memoria storica, custodire radici

Mercoledì 13 ottobre, ore 15-17 – riprende il “Corso di Filet” al Circolo Su Nuraghe di Biella – un’arte sorta in Oriente, diffusa in diverse regioni europee – in Italia e in Sardegna si riscontra in ambiente domestico ed ecclesiastico – a Biella attende solo di essere ri-appresa – info, contatti e iscrizioni, Grazia: 3294236841 – Immagini del Corso nella sezione Fotografias del sito

Zia Antonietta Sotgiu
Zia Antonietta Sotgiu, Maestra decana del Corso di Filet di Su Nuraghe, ritratta con le insegnanti Paola Antoniotti e Laura Rossetti.

Gli anziani sono da sempre i custodi della sapienza della vita e del tesoro dell’esperienza. A riguardo, in modo esemplare, alcune leggende della cultura popolare sarda narrano, in un’ottica pedagogica ed, insieme, filantropica, come le nuove generazioni siano relegate ad una vita più povera e sterile senza l’apporto del bagaglio di saggezza e di umanità offerto da parte dei vecchi genitori1. Ciò si rivela tanto più vero oggi in relazione al mondo dei cosiddetti «antichi saperi tecnici» della Tradizione, ambito che pare poter essere una possibile risorsa, dalle molteplici ed inattese potenzialità, soprattutto nel momento attuale di crisi economica e sociale2, così come sembra proporsi nello spirito della recente iniziativa della Regione Autonoma della Sardegna intitolata “Antichi Mestieri“, progetto realizzato grazie al contributo finanziario del Fondo Sociale Europeo3.
La tessitura è senz’altro uno dei principali antichi saperi del popolo sardo4. Sia in alcune zone dell’Isola, sia in terre d’oltre mare, vivono ancora uomini e donne preziosi custodi di un’arte che non attende altro che trovare qualcuno che l’apprenda mosso dallo spirito della passione per le Radici: si tratta di persone uniche, né artigiane né tessitrici, in relazione alle quali si suole parlare della figura di maistu de pannu, ossia di “maestro del tessuto”, un soggetto che, distaccato da ogni interesse per la mercificazione del sapere personale, ha dedicato e continua a donare la propria vita perché un insieme di conoscenze tecniche possa sopravvivere oltre la morte e l’oblio5.
Nell’ambito della lavorazione isolana dei tessuti il ricamo riveste senz’altro un ruolo importante: si tratta, infatti, di un’arte sorta in Oriente, e che in Sardegna si è delineata presente sia in ambiente domestico, sia in ambito ecclesiastico, attraverso tovaglie, tovagliette, asciugamani e velari, nonché pizzi in abiti laici ed in paramenti sacri6. Le relative tecniche, tuttora in atto, si presentano per lo più come merletto (bianco su fondo colorato), come filet di Bosa7 o, ancora, come buratto, attraverso tele bianche ricamate con lane o con sete policrome. I motivi decorativi, non molto dissimili da quelli riscontrabili nei tappetti e sugli arazzi, sono vari ed includono figure umane, immagini vegetali o animali; talora in tele ricamate e ricami a punto croce sono individuabili motivi tratti da antiche monete correnti in Sardegna, nonché elementi decorativi di origine religiosa passati nel repertorio domestico8.
Di tale mondo si intende preservare la memoria storica nel presente attraverso la perpetuazione in vita dell’arte del ricamo nella trasmissione dei relativi saperi, oltre i confini di quegli archivi fotografici che ancora custodiscono le istantanee e le immagini di strade popolate di donne intente alla lavorazione del filet sul limitare delle case9.

Gianni Cilloco

  1. Cfr., D.Turchi, Leggende e racconti popolari della Sardegna, Newton Compton, Roma 1984, pp. 90-91. []
  2. Cfr., S.Palmas, Saperi tradizionali e antichi mestieri: via di uscita dalla disoccupazione?, 15/07/2010, articolo consultabile in www.mediterraneaonline.eu. []
  3. Su https://www.sardegnalavoro.it/37/250997.pdf. []
  4. Cfr., Aa.Vv., Tessuti, Ilisso, Nuoro 2006; G.V.Arata e G.Biasi, Arte Sarda (ristampa anastatica), Carlo Delfino, Sassari 1986, pp. 35-60; V.Mossa, Artigianato Sardo, Carlo Delfino, Sassari 1983, pp. 133-142. []
  5. Si veda il caso emblematico segnalato da S.Palmas, Bisso, una scuola del passato per garantire il futuro, 01/12/2008, in www.mediterraneaonline.eu. []
  6. Cfr., G.V.Arata e G.Biasi, cit., pp. 49-60; V.Mossa, cit., p. 141; P.Piquereddu, Note di storia dell’abbigliamento in Sardegna, in Aa.Vv., Costumi, Ilisso, Nuoro 2003, pp. 15-59. Ed in generale: Aa.Vv., Tessuti, Ilisso, Nuoro 2006. []
  7. Cfr., G.V.Arata e G.Biasi, cit., p. 55; V.Mossa, cit., p. 142. []
  8. Cfr., G.V.Arata e G.Biasi, cit., pp. 53-60; V.Mossa, cit., pp. 141-142. []
  9. Cfr., G.V.Arata e G.Biasi, cit., p. 55; V.Mossa, cit., p. 142. []

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