Sabato 20 febbraio, ore 21, nelle sale di via Galilei, 11, a Biella, nuovo appuntamento con le lezioni di cinema Su Nuraghe Film, per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore. La serata verrà presentata da Maurizio Calesini Sotgiu, sardo di seconda generazione.
In cartellone Toccos e Repiccos – Campanari in Sardegna, un cortometraggio prodotto dall’ISRE, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna (2000), regia di Ignazio Figus, durata: 89 minuti.
Toccos e Repiccos si propone di documentare quanto ancora resta in Sardegna del mondo dei campanari. Un mondo che non è solo di singolarità di soggetti, ma anche di comunità, luoghi, abilità tecniche, ricorrenze religiose e quotidiane ancora immersi nei tempi lunghi scanditi dal suono delle campane.
Le riprese iniziate nel 1998, sono state realizzate a Paulilatino, Barrali, Suelli, Senorbì, Lodè, Jerzu, Bonorva, Orotelli, Irgoli, Galtellì e Onifai. Il film, stigmatizzando la nostalgia per un mondo che pur persistendo non pervade più la vita quotidiana della maggior parte dei paesi della Sardegna, ripropone anche la citazione di una delle ultime edizioni del Festival dei Campanari, mostrando, in aggiunta a quanto già documentato, la maestria degli esecutori provenienti da Aritzo, Siniscola, Loculi, Dorgali, Ruinas, Abbasanta, Sedilo e Torpé.
Nitido nel racconto delle immagini quanto sobrio nei suggerimenti interpretativi, il documento persegue, secondo una costante di precedenti lavori cinematografici del regista, l’ambizione di renderci la realtà che documenta secondo il peculiare punto di vista dei soggetti protagonisti.
Battista Saiu
Maurizio Calesini
Nasce a Biella nel 1957, da Vincenzo (nativo anch’egli di Biella da genitori romagnoli) e da Antonietta Sotgiu di Bosa.
Risiede a Ponderano, dopo aver trascorso i primi quattro anni di vita a Cossila.
Cresciuto in un paese dal tessuto sociale composito, dove tutti si conoscono e si frequentano, contro il volere dei genitori abbandona il mondo dello studio (Liceo Scientifico), per andare a lavorare e rendersi autonomo.
Si sposa a 24 anni; dal matrimonio con Nicoletta nasce una figlia.
Con le responsabilità genitoriali è necessario avere un lavoro più sicuro. Pertanto, nello stesso anno, diventa autotrasportatore. Attraverso questa nuova attività entra in contatto diretto col comparto artigianale e industriale regionale e non solo biellese; conosce realtà diverse per mentalità e tradizioni: un’attività che lo arricchisce di rapporti e di conoscenze.
Nel 1997 cambia di nuovo, comincia a lavorare in fabbrica e mette a disposizione di una grande filatura biellese la sua esperienza nella gestione del magazzino.
Per Maurizio la famiglia è sempre stato il modello riferimento per apprendere valori importanti quali il senso del dovere, la responsabilità, la costanza e l’impegno.
In più occasioni, forte è stato il richiamo verso tradizioni lontane nel tempo, ricche e sempre attuali.
Del suo incontro con la Sardegna di origine, resta il ricordo della vacanza a Bosa con la mamma in età adolescenziale, di cui ancora conserva il ricordo dei forti profumi della vegetazione e dei fichi d’india, del sapore intenso del pesce appena pescato dagli zii pescatori, il fortissimo sole da cui bisognava difendersi non essendovi abituato e, soprattutto, il mare stupendo con i sui fondali indimenticabili.