La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 16 alle 19 con ingresso libero fino al 9 ottobre nel “Punto Cagliari” di via Galileo Galilei 11 a Biella.
L’ospitalità della mostra “Evangelici e Risorgimento“, nel salone “Punto Cagliari” di Biella, non è casuale ma rappresenta un filo solido tra le comunità sarde e valdesi. Così, nella presentazione, che si è svolta venerdì 30 settembre nello spazio espositivo del circolo culturale “Su Nuraghe“, il pastore protestante Claudio Pasquet di Torre Pellice ha dimostrato che fondamentale per l’attuazione del Risorgimento come processo politico e culturale di libertà, fu anche l’apporto di sardi e valdesi.
Legame sottolineato anche dal presidente del circolo Battista Saiu.
“È una storia poco conosciuta che merita essere evidenziata – ha affermato il presidente di Su Nuraghe – innanzitutto perché il popolo sardo e gli abitanti delle valli valdesi in Piemonte appartenevano fino all’Unità d’Italia al Regno di Sardegna; inoltre perché alcune curiosità come la presenza di sardi fra i garibaldini o l’influenza dell’evangelico Alessandro Gavazzi nella formazione personale di Garibaldi rappresentano situazioni in cui le cosiddette minoranze hanno lasciato segni importanti della convinta scelta risorgimentale“.
I principali temi affrontati nella mostra sono: l’apporto dei protestanti alle guerre d’indipendenza; i personaggi del periodo risorgimentale; il ruolo dei valdesi nella fondazione della Croce Rossa; la diffusione dell’alfabetizzazione; la produzione editoriale; il ruolo delle donne; il ruolo politico ed economico delle minoranze straniere e degli imprenditori protestanti negli Stati preunitari; la diffusione della Bibbia nel territorio italiano.
La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 16 alle 19 con ingresso libero fino al 9 ottobre nel
“Punto Cagliari” di via Galileo Galilei 11 a Biella.
Massimiliano Zegna
Questa mostra mi sembra di grandissimo interesse.
Vi è un testo d’accompagnamento, una conferenza? Non la potrò ahimè vedere.
Complimenti per tutto il lavoro, ed auguri,
Annita Garibaldi