Dal Regno Sardo, all’Italia Unita – Otto i momenti di celebrazione proposti dalla comunità dei Sardi di Biella. Primo appuntamento, sabato 5 marzo, ore 21, sale della Biblioteca di Su Nuraghe – ingresso libero
Un mese di festa è la proposta dalla Comunità dei Sardi di Biella per celebrare il 150 compleanno dell’Unità d’Italia, momento cardine della nostra storia recente, che celebra il passaggio dal Regno di Sardegna al Regno d’Italia e, successivamente, con il referendum del 2 giugno 1946, alla Repubblica Italiana.
Orgoglio e memoria, con senso della realtà e disincanto: una celebrazione che, a Biella, si inaugura il 5 marzo nelle sale di Su Nuraghe, con la mostra storica documentaria “Segni del fluire“, con la presentazione di documenti del Regno di Sardegna e degli Stati Sardi preunitari, provenienti in gran parte dagli archivi biellesi, pubblicati in un apposito catalogo edito in coedizione tra il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe e il DocBi, Centro di Studi Biellesi.
“Attraverso la presente pubblicazione – affermano i Presidenti delle due Associazioni – si intende, così, offrire al pubblico un esempio di coesione, frutto di una collaborazione caratterizzata dalla condivisione di idee e dalla generosa disponibilità allo scambio di mezzi e di strumenti.”
L’opera, a firma di quattro autori: Giancarlo Casoli, Giorgio Piccino, Gianni Cilloco e Battista Saiu, porta il saluto introduttivo del Sindaco di Biella, Dino Gentile e postfazione di Roberto Perinu.
Pezzo eccezionale della mostra – riprodotto in catalogo – un antico Tricolore della Valle Cervo, portato da Novara nell’ottobre del 1848 da Pietro Antonio Boggio Bertinet di Oriomosso e regalato alla moglie. Il soldato biellese cadrà sotto il piombo austriaco nella disastrosa Battaglia di Novara, il 23 marzo 1849. Rimasta vedova, la moglie conserverà il foulard tricolore come una reliquia, permettendo oggi a noi di ammirare un raro esemplare popolare del Tricolore del Regno di Sardegna, adottato da Carlo Alberto nel 1848, proprio in occasione della Prima Guerra di Indipendenza e che, divenuto italiano, continua da allora a sventolare su tutte le piazze d’Italia.
Battista Saiu