Gaglianico (Biella), “Ninna nanna” del compositore biellese don Nelson Sella e “Su bolu ‘e s’astore”, di Tonino Puddu – trasmissione generazionale, salvaguardia e tutela delle lingue di minoranza storica.
Biella, sabato 28 maggio 2011 – la chiesa parrocchiale di San Pietro di Gaglianico ha accolto il debutto del “Coro 100% misto – Made in Biella”, diretto dal M° Sandro Montalto e la partecipazione del giovane chitarrista Luca Battioni, ospiti del parroco don Paolo Loro Milan.
“È difficile raccontare la storia di un coro – si legge nella presentazione del foglio di sala distribuito su banchi della chiesa – è più facile ascoltarlo e capire se oltre le note c’è una storia, un’amicizia, con le emozioni che i coristi condividono e che danno vita e colore alle canzoni“.
Il “Coro 100% misto – Made in Biella“, nasce nel 2005 per gemmazione del Coro Burcina in occasione di un concerto per la Vigilia di Natale in cui vengono coinvolte le mogli di alcuni coristi, con lo scopo di avvicinarle al canto corale attraverso un brano da eseguire assieme ai mariti.
Una sperimentazione che continua e che rende particolare la formazione canora; al suo attivo un repertorio di musiche sacre e profane che danno voce a tradizioni di tutto il mondo; coprono un arco temporale che comprende Medioevo e Rinascimento, fino ai nostri giorni, toccando stili e matrici culturali molto differenti tra loro.
Durante la serata di esordio, sono stati eseguiti diversi brani. Applauditissima la “Ninna nanna” del compositore biellese don Nelson Sella e “Su bolu ‘e s’astore“, di Tonino Puddu, nell’elaborazione di S. Montalto.
Due composizioni dedicate rispettivamente al Biellese e alla Sardegna che ben si inseriscono nel progetto “Lingua e Cultura – la Lingua e il Sacro“, di Su Nuraghe, il cui obiettivo è proprio quello di garantire la trasmissione generazionale, la salvaguardia e la tutela delle lingue di minoranza storica.
Omaggio a due terre geograficamente lontane ma culturalmente molto vicine, ai suoi abitanti e agli stessi coristi. La nuova compagine biellese, infatti, accoglie nel suo organico alcuni figli di Sardegna, felice osmosi di reciproco scambio culturale nel comune intento della salvaguardia di quegli elementi identitare che nella pratica quotidiana si cerca di tutelare e di salvare.
Salvatorica Oppes