Fondamenta sono gli anziani e noi giovani le tegole del tetto

Se mancano i primi il tetto crolla, se manchiamo noi piove dentro – I circoli hanno bisogno di uomini e di donne in relazione diretta – sono un angolo di Sardegna, tangibile e materiale dove incontrarsi – chiuderli significherebbe essere sfrattato, cacciato e ripudiato dalla casa in cui abito.

Giacomo Canu
Biella, 17 marzo 2011, Giacomo Canu ritratto con in braccio uno degli ultimi nati nella comunità sarda che tiene in mano un lembo del Tricolore. In quella occasione, i giovani di Su Nuraghe di Biella hanno raggiunto in corteo l'area monumentale di Nuraghe Chervu sostenendo la bandiera dei Quattro Mori dell'antico Regno di Sardegna e dell'attuale Regione autonoma; il Tricolore della Repubblica Italiana e il drapò della Regione Piemonte, testimonianza visiva di condivisione e continuità tra generazioni del tempo presente.

Buongiorno a tutti, mi chiamo Giacomo Canu e sono nato a Ozieri (SS) il 12 Gennaio 1982. Dal 21 Aprile 2003 non abito più in Sardegna, in quanto sono dovuto emigrare per cercare lavoro. Dapprima ho trovato collocazione tra le fila dell’Esercito, soggiornando, in sequenza, a Verona, a Cesano di Roma e, per 3 anni, a Viterbo, bellissima cittadina nella quale la locale Comunità Sarda fa sentire fortemente la sua presenza. Dopo questa esperienza ho trovato lavoro nel Corpo Forestale dello Stato, nel quale sono tuttora in forze presso la sede territoriale di Biella. Qui, all’ombra delle Alpi, ho trovato una Comunità Sarda numerosa, attiva e ricca di iniziative e di idee volte a tener vivo il ricordo delle Nostre tradizioni. Il Circolo “Su Nuraghe“, in particolare, è fortemente integrato con la comunità autoctona biellese, e ad ogni iniziativa o cerimonia organizzata vengono coinvolte persone di ogni estrazione, sardi e non, portando alto il “valore” di noi isolani e della Sardegna. E ciò avviene con regolarità e con viva e costante partecipazione da parte di tutti e nonostante molti dei soci siano da più di trent’anni distanti dalla propria terra natale.
In merito al Convegno svoltosi recentemente a Chia (Cagliari), ho sentito parlare del ricambio generazionale tra giovani e anziani. La mia prima reazione è stato pensare al fatto che nel nostro circolo ciò avviene da tempo, come credo che avvenga altrettanto pure in molte altre analoghe realtà associazionistiche sparse per il mondo. Il mio contributo, a riguardo, è molto semplice: da più di un anno stiamo tentando di creare un coro strutturato, unendo l’esperienza musicale di un componente anziano del Circolo e la mia esperienza corale maturata in Sardegna con il coro folk del mio paese. Il tutto unito dalla passione di ritrovarsi ad ogni “prova” tra Sardi di ogni età, anziani, giovani e giovanissimi.
Penso che i Sardi di tutti i Circoli facciano parte delle loro associazioni locali esattamente come i mattoni costituiscono una casa. Le fondamenta sono gli anziani e noi giovani le tegole del tetto: se mancano i primi il tetto crolla, se manchiamo noi piove dentro.
Tutto questo non può avere possibilità nel web, col solo strumento internet, in quanto ritengo che i circoli abbiano bisogno di uomini e di donne in relazione diretta, Sardi che possano sentire fra quelle mura delle sedi delle associazioni quel “pezzo di casa” lasciato oltre mare. Non dare più sostegno affinché si abbia un angolo tangibile e materiale dove incontrarsi, per me, Sardo costretto all’emigrazione, vorrebbe dire essere sfrattato, cacciato e ripudiato dalla mia casa.
Leggendo gli articoli a commento del meeting di Chia ho pensato a molte cose, ed ho provato rabbia, disappunto ed un senso di tradimento. Penso che qualcuno parli senza sapere o, meglio, senza aver avuto esperienza diretta di cosa voglia dire la parola “emigrazione” incisa sulla propria persona e con il vissuto dei relativi sacrifici. Come si può pensare ad un Circolo – che è sinonimo di ritrovo e di incontro tra persone che condividono ricordi, idee, tradizioni, e, soprattutto, vita ed esperienze “concrete” coglibili dall’espressione del viso, del corpo, della voce – e ritenere di poter sostituire tutto questo con un semplice clic via internet?

Giacomo Canu

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