Le pietre di “Nuraghe Chervu” di Biella, edificato in occasione del 90° anniversario della fine della prima guerra mondiale, sono state intitolate “ai Caduti sardi e ai Caduti biellesi”.
L’area, voluta dal Circolo Culturale “Su Nuraghe” di Biella, prende il nome dal torrente Cervo.
Il nuraghe è inserito all’interno di un giardino mediterraneo, in cui sono piantumate anche essenze botaniche sarde, per ricordare i nuovi nati nella Comunità sarda di Biella.
I blocchi di roccia Biellese che compongono il nuraghe sottolineano l’antico legame tra Biella e la nostra Isola.
Su uno dei massi di Nuraghe Chervu è stato inciso il messaggio di unione tra le genti sarde e la popolazione biellese nell’anno celebrativo del 150° dell’Unità d’Italia: “Biellesos et Sardos umpare“, “Biellesi e Sardi uniti, ansema“.
Durante la cerimonia, dopo l’inno “Fratelli d’Italia”, la deposizione dei fiori ai caduti, il “Silenzio” per la tromba di paolo Mattinelli e la “Canzone del Piave”, il canto del “Miserere”, preghiera in memoria dei 600.000 Caduti in guerra, intonato dalla Confraternita della SS. Trinità e Santa Croce di Graglia, presente con gli antichi costumi di canapa bianca e rossa, filata e tessuta in casa.
Subito dopo, le donne del grano si sono disposte in cerchio attorno al nuraghe per procedere alla benedizione con il grano, prendendo in mano i semi con petali di rosa e di fiori, tracciando nell’aria ampli segni di Croce e pronunciando in lingua sarda: “In numen de su Babbu, de su Fizu, et de s’Ispiritu Sanctu. Amen Jesus“: il gesto si è ripetuto tre volte al passaggio del sacerdote che contemporaneamente benediceva con l’acqua santa.