Sabato 28 gennaio, nei saloni della Biblioteca Su Nuraghe di Biella, dopo il breve saluto del presidente Battista Saiu che ha rammentato come anche per la Comunità dei Sardo-biellesi sia dovere morale e civile il ricordo attraverso la celebrazione del “Giorno della Memoria”, gli attori che fan capo al Circolo Culturale Sardo hanno dato voce ad alcuni documenti riguardanti la Shoah, testimonianze e letture di lettere di Ebrei dai campi di concentramento. I documenti presentati sono stati raccolti nel libro “Le mie ultime parole“, a cura di da Zwi Bacharach. L’iniziativa “per non dimenticare” è stata patrocinata dalla Comunità Ebraica di Vercelli, Biella, Novara e Verbano Cusio Ossola.
Durante la serata sono state proiettate immagini e testimonianze registrate di sopravvissuti all’immane massacro che, oltre al popolo ebraico, ha interessato le popolazioni nomadi Sinti e Rom, Testimoni di Geova, portatori di handicap, malati mentali e omosessuali.
Tra le testimonianze visive, la lapide apposta all’ingresso della Sinagoga di Biella a ricordo di alcuni Ebrei biellesi trucidati e di cui trascriviamo il testo:
“In ricordo delle vittime della Shoah 1943-1945
Ecco le lacrime degli oppressi che non conoscono consolazione.
Ada Ovazza Vitale con il marito Eugenio e i figli Sergio ed Aldo, i suoceri Cesare e Celesatina e la madre Elvira Vitale Ovazza, Salomone Tedeschi, Giuseppe Weinberg.
Nessuno dimentichi i nomi e le vicende di coloro che in questa Sinagoga partecipavano alla vita religiosa della Comunità Ebraica di Biella.
Posti ai margini della vita pubblica, privati nel 1938 dei diritti e delle civiche libertà dalle leggi razziali fasciste.
Furono, tra il 1943 e il 1945, talvolta vilmente traditi e consegnati alla mostruosa macchina dello sterminio di massa nazista trovando la morte“.
Eulalia Galanu