Venerdì 6 aprile, alle ore 20.30, a Pettinengo, “Via Crucis” con partenza dal piazzale della chiesa parrocchiale – arrivo a San Grato di Gurgo, oratorio seicentesco restaurato dai Sardi – esposizione dei dipinti realizzati dai detenuti della Casa Circondariale di Biella – distribuzione dei testi con traduzioni in italiano
Venerdì Santo, la comunità dei Sardi di Biella si unirà ai fedeli di Pettinengo per la “Via Crucis” che prenderà le mosse dal piazzale antistante la chiesa parrocchiale.
Durante la processione verrà intonato in lingua sarda l’antico canto della Madonna addolorata che accompagna Gesù verso il monte Calvario. Una melodia triste, lamento ripetuto più volte – come usavano le antiche prefiche – per la perdita del figlio innocente che sta per essere crocifisso: Sette ispadas de dolore, su coro m’hant trapassadu, sette spade di dolore, mi hanno trafitto il cuore, recita il ritornello.
Antiche musicalità di una tradizione profonda da condividere attraverso un percorso di fede e di cultura; oltre e al di là dei significati delle parole, sonorità che al di là della lingua – latino, italiano o sardo – rimandano al sacro a formare un intreccio sempre più saldo attraverso la voce del cuore e i sentimenti dell’anima.
La tappa finale si concluderà nell’antico oratorio cointitolato a San Grato d’Aosta e Sant’Eusebio da Cagliari, a significare una continuità di fede e di cultura che attraversa i secoli.
Sant’Eusebio da Cagliari, eletto a Patrono del Piemonte, venne inviato nel IV secolo nella regione subalpina a reggere la neodiocesi appositamente costituita a Vercelli dove istituì il cenobio, un primo seminario, un centro comunitario per la formazione dei presbiteri in cui Grato si formò e crebbe negli studi per succedere, poi, a Eustasio, protovescovo di Aosta. All’epoca, tutte le Chiese dell’Italia settentrionale – ci ricorda Sant’Ambrogio – si rivolgevano al cenobio eusebiano per scegliere i propri pastori.
In occasione della “Via Crucis”, verranno esposte a Pettinengo nell’oratorio di San Grato d’Aosta e Sant’Eusebio da Cagliari sei grandi tavole realizzate dai detenuti della Casa Circondariale di Biella per l’Oratorio di Gurgo, nelle quali sono rappresentati tre momenti della vita di San Grato d’Aosta: “Il ritrovamento delle reliquie di San Giovanni Battista”; “La firma al Sinodo di Milano” e “San Grato protettore dalle avversità naturali”, con gli attributi popolari del fulmine e della grandine.
I tre pannelli relativi alla vita di Sant’Eusebio da Cagliari rappresentano il giovane sardo “Lettore a Roma”; “La balma di Oropa con il simulacro della Madonna bruna” e “Sant’Eusebio al Concilio di Milano, davanti all’imperatore Costanzo”, mentre difende la “Fede nicena”, quella ancora oggi proclamata nella preghiera del “Credo”, durante il rito eucaristico.
Angelo Cau