Sabato 21 aprile, a Biella, ore 21, “Punto Cagliari”, in via Galileo Galilei, 11, nuovo appuntamento con le lezioni di cinema Su Nuraghe Film – Verrà presentato: “A casa”, un cortometraggio del 2004 della durata di 19 minuti, per la regia di Andrea Caboni, realizzato dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico (I.S.R.E.), della Regione Autonoma della Sardegna
Tutti possiamo vivere ovunque, adattarci e costruirci una vita, ma le nostre origini siamo noi e quello che siamo non si può e non si deve dimenticare.
Tutto ci può riportare “a casa”, un rumore, un profumo, un gesto, un soffio di vento, e ricordarci chi siamo. Per Giovanni, il protagonista del film “A casa” di Andrea Caboni, entrare nel museo è tornare a casa: costumi, strumenti, tappeti, immagini… la sua infanzia nella sua terra.
Questa nostalgia penso sia radicata in tutti coloro che hanno dovuto allontanarsi dalla loro terra per costruirsi un’esistenza altrove, per forza o per voglia. Dico “per forza”, perché ho l’impressione che le generazioni come quella di mio padre e quella appena successiva siano state costrette da necessità di sopravvivenza, accompagnate tutta la vita a questa “incurabile” nostalgia.
Curiosamente, anche nelle nuove generazioni, nei nostri figli, pare permanere e riaccendersi il bisogno – forse non solo emotivo – di radicamento alla terra d’origine. Un ruolo importante è dovuto alla famiglia in cui si nasce là dove si coltiva con i figli l'”essere sardi”, indipendentemente dal vivere geograficamente altrove.
Questo attaccamento alla terra mi sembra particolarmente profondo nei Sardi che nel tempo hanno fondato, in ogni stato e continente, dei luoghi di riunione per reincontrare i conterranei.
Tutti i Sardi che ho conosciuto hanno tentato di colmare il desiderio di tornare a casa; qualcuno è riuscito, qualcuno ha tentato, o come Giovanni, il protagonista del film, dopo una vita passata in un’altra parte della terra, con un oceano che lo separa dalla sua Isola. Ma, alla fine, lui è riuscito a tornare a casa.
Nilde Congiu