Fin dalla erezione di Nuraghe Chervu, monumento che sorge alle porte della Città di Biella, con l’arrivo della ricorrenza dei Defunti, i Soci del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe depongono fiori ai pedi della pietra innalzata nell’omonima area, in ricordo dei Caduti sardi e dei Caduti biellesi.
Da allora, un unico abbraccio avvolge nel ricordo le giovani vite immolate sui fronti di guerra e quanti, varcato il mare in cerca di pane e lavoro, sono morti lontano dalla terra in cui sono nati.
Fiori bianchi e rossi per far rifiorire il ricordo della Gloriosa Brigata a reclutamento regionale, vittoriosa e imbattibile. “Dae sa trincea/finas’a sa Croazia/sos Tattarinos/han’iscrittu s’istoria” (Dalla trincea/fino alla Croazia/i “Sassarini”/hanno scritto la storia), cantano orgogliosi i Saldati sardi sfilando in parata sulle strade della Penisola e dell’Isola madre, ricordando: che “Ruiu su coro/e s’animu che lizzu/cussos colores/adorant s’istendarde/e fortes che nuraghes/a s’attenta pro mantennere/sa paghe“, vale a dire, “Rosso il cuore/l’animo come il giglio,/questi colori/adornano il nostro stendardo/e forti come nuraghi/siamo sempre vigili/per mantenere la pace“.
Quest’anno, i fiori del ricordo sono stati scelti, predisposti e concordemente offerti dalla famiglia Carta, in memoria del Socio cofondatore del Circolo sardo di Biella, Antonio Carta del quale in questi giorni ricorre il novantesimo anniversario della nascita.
Un ulteriore frammento di storia che accomuna Sardi e Biellesi. Infatti, presso il “Bar caffè Abe” di Antonio Carta, a Biella, nei primi anni Settanta del Novecento si incontravano i soci fondatori di quello che sarà il futuro Circolo dei Sardi di Biella.
Simmaco Cabiddu