Sabato 2 febbraio 2013, alle ore 20, nelle sale del Circolo Culturale Sardo di Biella, verrà presentata la “Gran Favata”, piatto caratteristico della cultura contadina a base di legumi e carne di maiale. Prenotazione fino ad esaurimento posti.
Tra le mille varianti dei piatti preparati in occasione del Carnevale, in tutte le ricette resiste una costante: l’immancabile ingrediente suino con tutta la complessità evocativa e simbolica del maiale, degli intrecci tra universo mitico, saperi tradizionali e scienza antica, tra mondo umano e spazio selvaggio, tra cultura e natura.
Non a caso, in questo periodo, viene celebrata la festa di sant’Antonio abate, popolarmente raffigurato con a fianco il maiale, ad indicare nella plasticità dell’immagine, l’importanza del porco nella dieta invernale tradizionale.
Fagiolate piemontesi e favate sarde, sebbene preparate secondo svariate ricette connesse ai diversi territori, testimoniano il permanere di antiche ritualità popolari che rimandano al morire e al risorgere stagionale: banchetti pubblici (da guinnes dei primati gli oltre 500 paioli di fagioli allestiti nel quartiere Chiavazza di Biella), che animano piazze, quartieri e intere comunità; riti beneaugurali per salutare l’abbandono del freddo invernale e l’imminente atteso rifiorire della nuova stagione.
Durante la serata organizzata da Su Nuraghe, sarà possibile – eccezionalmente per il Piemonte – gustare specialità dolciarie della tradizione carnevalesca isolana: zippulas e cattas, particolari frittelle di forma allungata ottenute da pasta lievitata seguendo antiche ricette tramandate oralmente e sapientemente realizzate dalla generosità dei soci.
Un intreccio prelibato di cultura materiale e immateriale trasmessa con amorevole gusto attraverso il gesto e la parola.
Giovanni Usai