Musiche e canti sardi ad Oropa, senso di nostalgia e di infinito

Domenica di laetare ad OropaImmagini visibili nella sezione Fotografias

Ieri, quarta domenica di Quaresima, il Circolo Su Nuraghe si è recato, come già negli scorsi anni, al Santuario di Oropa. Parecchi erano vestiti con i costumi tradizionali e, con il canonico rettore del Santuario, accompagnati dal suono delle launeddas di Tore Agus e Matteo Muscas, sono entrati solennemente nella Basilica Antica seguendo lo stendardo della Madonna di Oropa e S. Eusebio da Cagliari.
La quarta di Quaresima viene detta domenica di “laetare”, perché interrompe l’austerità del periodo penitenziale: per questo il Sacerdote indossa i paramenti di colore rosaceo. Il Rettore del Santuario, canonico Michele Berchi, ha celebrato la liturgia, che proponeva il Vangelo di Giovanni sul miracolo della guarigione del cieco nato, ed ha tratto da questo brano, circostanziato e stimolante, validi spunti di riflessione per il cammino quaresimale verso la Pasqua.
Le “Voci di Su Nuraghe”, hanno decorato degnamente la celebrazione, al termine della quale don Berchi ha espresso il suo apprezzamento per i canti in Limba che commuovono e comunicano un senso di nostalgia e di infinito, ed ha poi invitato il Circolo a tornare, in qualsiasi momento, al Santuario.
Al termine della S. Messa, dopo il canto dei Gosos dedicati alla Madonna “Mama de Oropa consoladora”, eseguiti con organo e launeddas, sono stati messi a disposizione dei fedeli dei piccoli sacchetti di grano per “sos nenneres”, antica tradizione che consiste nel far germogliare il grano in piatti che, abbelliti con fiori e nastri colorati, vengono portati in chiesa il giovedì Santo, e posti a decorazione dell’altare del S. Sepolcro.

Agostina Becchia


Domenica di laetare ad Oropa

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