Da sempre, il Carnevale dei bambini di Su Nuraghe coinvolge anche genitori e nonni in veste di accompagnatori vigili e attenti. Intermediari tra loro, le nuove leve della comunità, Sardi di seconda, terza e quarta generazione, giovani poco più che adolescenti ad animare il pomeriggio di festa.
L’edizione 2015, è stata affidata ad Angelica Aimone Bosincu e Yael Sau, studentesse in Scienze Sociali e Psicologia presso le Università di Torino e di Aosta, ad accogliere i bambini in maschera nella sala invasa da coriandoli; una piccola agorà, la piazza con la gente attorno: adulti a far corona ai nuovi virgulti che si affacciano alla vita.
Al centro, le pignatte, appese ad un filo, ricolme di caramelle e coriandoli, pronte ad essere frantumate dai bastoni di concorrenti bendati, ordinatamente in fila secondo l’altezza, in attesa del proprio turno.
A lato, su di un tavolo, acqua, bibite e la gran carrellata di dolci della tradizione del Carnevale isolano disponibili a sazietà.
Ritratti dai cellulari di genitori e nonni, i piccoli protagonisti hanno posato per l’immancabile foto di gruppo, alcuni ancora in braccio a mamma o papà, prima di ricevere l’ulteriore simpaticissimo omaggio individuale: decine di peluche estratti dal sacco magico di Yael e Angelica, le ragazze che li hanno accompagnati durante la festa, vero e proprio laboratorio sociale, applicazione pratica dei loro studi universitari dove, attraverso Su Nuraghe è possibile cercare, sperimentando sul campo e nel presente, risposte ai bisogni antichi di solidarietà e socialità, amicizia e comunità.
Giovanni Usai