Mi permetto con modestia di presentare qua appresso le etimologie relative ai dodici uccelli di Su Calendariu 2015 (alcune moltiplicate in omaggio ai molteplici nomi di certi pennuti), premettendo che, essendo spesso i nomi sardi tra i più antichi del Mediterraneo, hanno in generale un nome che li distingue molto o poco da quello italico (e da quello latino). Si tratta però, ancora e sempre, di arcaici nomi mediterranei, che sono rimasti incistati soltanto in Sardegna per il carattere conservativo della sua cultura. Va da sé che dal 1720 l’influsso italiano ha soffiato sempre più forte sulla cultura popolare sarda, ed i nomi della fauna ne hanno risentito, talché in molti casi sta prevalendo – purtroppo – il nome italico, che le giovani generazioni, piallate dalla cultura televisiva, stanno adottando. Un esempio è quello di Rùndine (il volatile messo in copertina di Su Calendariu 2015), che nella Sardegna più arcaica viene chiamato Rùnkina (aviònimo autenticamente sardo, che ha prodotto anche un cognome).
RÙNKINA ‘rondine’ (Hirundinidae) ha il significato arcaico di ‘falce perfetta’ (a causa della forma delle ali in volo), dal sum. rum ‘perfetto’ + kin ‘falce’: rum-kin.
BRABÍSI ‘pettirosso’ (Barigadu), anche brinci. Altrove vien detto barbarùbia (letteralmente: barbarossa), ma è una paronomàsia dovuta all’incontro tra brab-ìsi ed il rosso del suo petto. Per brabísi, da un antico *barbísi, la base etimologica è l’akk. bāru (un sinonimo per ‘aperta campagna’) + bīšu ‘proprietà, possesso’: bār-bīšu = ‘signore dei liberi spazi’, causa l’ubiquità di questo bel passeraceo.
GRISOTTI, grisu, kilísi, criḍḍólu ‘pettirosso’ (Erithacus rubecula) (Sarrabus). Base etimologica nel sum. gir ‘dono, gift’ + šud ‘preghiera, benedizione’: gir-šud ‘dono della benedizione’ (notisi la considerazione che veniva fatta a questo uccello, che nei tempi arcaici doveva essere considerato sacro, o quantomeno uccello-guida nel ver sacrum).
PRINCIÒTTA cognome corrisp. a princióttu, nome che nel Montiferru dànno al ‘pettirosso’ (princiottu) (Erithacus rubecula rubecula), in altre aree chiamato anche brinci, brintzi. La base etimologica sta nell’akk. bīru(m) ‘divinazione’ + inḫu ‘un tipo di canto cultuale’ + Utu ‘dèa sumerica della casa, della tessitura’ (stato costrutto bīr-inḫ-Utu > b(ī)r-inḫ-Utu), col significato di ‘canto di divinazione elevato ad Uttu’.
Sembra ovvio che in origine questo nome fosse più specifico dell’usignolo, per il quale oggi prevale altra nomenclatura.
Va da sé che l’etimologia proposta calza perfettamente anche per l’etrusco-latino fring(u)illus ‘fringuello’, che ha la base nell’akk. bīru(m) ‘divinazione’ + inḫu ‘un tipo di canto cultuale’ + ellu ‘(culturalmente) puro, sacro’, col significato di ‘canto di divinazione sacro’.
Salvatore Dedola