Nutrimento semplice ma dall’alto valore simbolico, il pane è tra i componenti basilari dell’alimentazione dei Sardi fin da tempi immemorabili. Accanto alle forme quotidiane, diverse a seconda delle stagioni (ci sono pani invernali e pani estivi) e dei destinatari (pane di pastori e pane di contadini), possiamo trovare fogge più o meno elaborate e decorate per ciascuna delle maggiori feste familiari e comunitarie.
In tutti i 377 Comuni della Sardegna si incontrano pani molto diversi che possono avere lo stesso nome e, viceversa, pani del tutto uguali ma con nome diverso.
Da una stima approssimata è possibile calcolare in alcune migliaia i diversi tipi prodotti nell’Isola, molti dei quali resistono a catalogazioni facili e immediate perché richiamano ora l’aspetto, ora la farina, ora la destinazione d’uso: quotidiano, cerimoniale, votivo, rituale; denominazioni dovuti anche alla millenaria sedimentazione che, attraverso i pani, parla le antiche lingue dei popoli che dominarono le campagne sarde almeno dal terzo millennio a.C.
Arte effimera per eccellenza, il pane festivo è modellato con grande senso artistico. Necessariamente bianco, viene lucidato a iscadda, esponendolo, a metà cottura, al vapore acqueo e poi infornandolo nuovamente per ottenere la superficie lucidata. Sovente, quello pasquale viene reso lucido con l’albume d’uovo incorporando nell’impasto l’uovo col guscio in alternativa alle mandorle.
Nella loro simbologia, entrambi gli elementi – l’uovo e le mandorle – rimandano all’origine del mondo e del tempo nuovo: dall’Egitto alla Finlandia alla Cina al Giappone all’America centrale, passando per la Grecia e il mondo antico. Un uovo di struzzo, o un grande uovo di porcellana, appesi nei templi, nelle chiese copte e nelle moschee, raffigurano la creazione, la vita e la resurrezione. Dal canto suo, il mandorlo, il primo a fiorire, con i suoi boccioli è sinonimo di risveglio.
Battista Saiu
Nell’immagine: Sorga e nura cun ou, pane pasquale prodotto da Giovanna Quai, Tertenia
Caro Dott. Saiu, Rispondendo ai vostri messaggi, sempre graditi, voglio fare a Lei a tutto il Circolo gli auguri più sentiti per la Santa Pasqua, In particolare a Don Gallu, a Biagio Picciau e… a tutti.
Su tutti invoco la benedizione dl Signore risorto.
+Antioco Piseddu
Grascias meda bos arriven da ue las aisetades a incumintzare dae Pasca ‘e Abrile.
Sas mezus uras a totu sos sardos chi sunt in Biella e in tota cussa leada, ma pius de totu a sos Putumajoresos e Semestenesos.
Saludos dae coro,
Mariantonia Fara