Una rete lunga mille quadratini da cinque millimetri ciascuno; 50.000 maglie per realizzare cinque metri di pizzo alto 25 centimetri. Questi i dati della nuova tovaglia per la mensa dell’antico sacello eusebiano di Oropa. La stanno ricamando le “Donne del filet” che dall’anno 2009, tutti i mercoledì si incontrano a Su Nuraghe per tramandare i saperi materiali appresi attraverso il gesto e la parola. Un vera e propria scuola della tradizione, con venti donne, maestre ed allieve ad un tempo, che si scambiano le conoscenze apprese attraverso l’oralità; così le loro parole si materializzano in splendidi manufatti fatti con ago e filo.
Per Oropa vogliono fare di più: un lavoro con quaranta mani e il cuore di ciascuna.
La tovaglia per il santuario viene dopo la dozzina di altre tovaglie d’altare donate ad alcune chiese biellesi (Ponderano, Borriana, Graglia). Anche l’antica chiesa del Crocifisso, nel comune di Marta (Viterbo), sul lago di Bolsena ha una tovaglia a filet fatta a Biella. A Dorzano, lo scorso autunno, durante la visita del vescovo di Biella, mons. Gabriele Mana, il parroco don Adriano Bregolin, ha consegnato una pergamena di ringraziamento per la tovaglia con “L’ultima cena” ricamata a filet, donata alla sua chiesa.
La scorsa settimana a Su Nuraghe, in un momento di fraternità, è stata inaugurata la fase operativa individuale affidata a ciascuna ricamatrice. Al centro del pizzo è già possibile ammirare una grande lettera “M”, con a fianco le prime rose.
Eulalia Galanu
Sas manos de oro sunt fattènde una prenda.
Augurios meda.