100 anni dalla Grande Guerra, Sardi in prima linea e dietro le quinte

Traino degli obici da 280

Su Calendariu 2016, inserito tra le iniziative accreditate quale progetto rientrante nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, è corredato da didascalie che offrono una lettura delle vicende italiane viste con occhio sardo. Ogni mese è illustrato da immagini inedite provenienti da Cagliari.

Mese di Ottobre – La stessa fama di militari straordinari dei soldati della Brigata “Sassari”, di «guerrieri nati», accompagnò anche gli altri Sardi che militarono in altre formazioni dell’Esercito. La «balentìa» un po’ primitiva e barbarica, che alla fine dell”800 aveva fatto esprimere antropologi come Niceforo, Orano e Sergi circa una «razza delinquente» isolana, divenne allora la preziosa capacità di resistere e di combattere il nemico. La propaganda congiunta degli alti comandi militari e degli inviati al fronte della grande stampa italiana contribuì a rafforzare anche nei soldati isolani un nuovo ed inedito orgoglio del proprio valore. Dalla Sardegna, le famiglie, pur nella preoccupazione trepidante per la sorte dei propri cari, parteciparono di quest’aura di ammirazione e di simpatia che l’opinione pubblica mostrava per «gli eroici figli della Sardegna». Ma altri Sardi si distinsero pur non servendo la Patria in prima linea. Tra costoro Giovanni Garrucciu di Fluminimaggiore – “italianizzato” (anche a ripresa dell’antico cognome nobiliare seicentesco) in Garruccio, atto allora non infrequente fra i sardi diventati funzionari dello Stato – il quale, dopo la guerra di Libia dove, probabilmente, aveva iniziato a svolgere alcuni compiti all’interno dei servizi informativi dell’Esercito, entrò nel riorganizzando cd. “Ufficio I”, diventandone capo-ufficio dall’Ottobre 1915, collocandosi, così, a diretto contatto con il Comando Supremo ed al centro di tutta l’attività militare di informazione segreta. In questo modo per la prima volta un ufficiale proveniente dall’artiglieria comandava un ufficio su cui la fanteria aveva tradizionalmente esercitato quasi un monopolio.

Gianni Cilloco

Nell’immagine: Traino degli obici da 280 (Cagliari, archivio del Generale Don Giovanni Maria Garrucciu Melis)

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