Può capitare che, rovistando negli armadi di casa, capiti tra le mani un vecchio capo del corredo domestico, ereditato chissà da quale nonna. Da uno sguardo più attento si capisce subito che si tratta di un oggetto prezioso, fatto di ricami di fili intrecciati a formare fiori e ghirlande. Il tempo ha segnato il suo passaggio e il pizzo, sebbene splendido, necessita di qualche intervento di restauro.
Il fortunato approdo nelle mani delle Donne del filet si rivela un vero e proprio toccasana per riportare a nuova vita l’antico oggetto di valore non solo affettivo, che racconta frammenti di storie familiari.
Da anni, puntualmente, tutti i mercoledì le artiste dell’ago e del filo che fanno capo a Su Nuraghe si incontrano nelle accoglienti sale del Circolo Culturale Sardo di Biella per lavorare insieme, ma, anche e soprattutto, per incontrare le amiche, per mostrare i lavori fatti durante la settimana, per condividere idee e trovare soluzioni davanti a ricami particolarmente impegnativi, elaborando schemi, sfogliando riviste, valutando e chiedendo consigli sui diversi tipi di filati scelti per il nuovo lavoro, magari davanti a una fetta di dolce fatto in casa secondo ricette di una volta. Modi diversi ed articolati per tramandare gli antichi saperi di cui sempre più ci sentiamo e siamo depositarie per far sì che le tradizioni non si perdano, perché con esse perirebbe gran parte delle nostre radici.
Salvatorica Oppes
Nell’immagine: Biella, Donne del filet, analisi dell’oggetto prima del restauro