Nei primi giorni di novembre, l’area monumentale di Nuraghe Chervu rifiorisce in ricordo dei Caduti sardi e dei Caduti biellesi, con la deposizione di fiori bianchi e fiori rossi: esplicito rimando ai colori delle mostrine indossate dai “Sassarini” della Brigata “Sassari”, vittoriosi durante il Primo conflitto mondiale, oggi Unità italiana presente nei teatri operativi in operazioni di risoluzione delle crisi (CRO – Crisis Response Operations), classificata dall’Esercito come “forza di protezione”.
Temuti dagli Austriaci per la loro audacia e determinazione, i Sardi venivano appellati Rote teufel, “Diavoli rossi”, con riferimento ai colori delle insegne militari indossate dai temutissimi soldati che inalberavano i Quattro Mori di Sardegna, simbolo e orgoglio dell’antico regno da cui è nato il Regno d’Italia. Il loro motto: “Deus et su Re”, Dio e il Re, è divenuto in epoca repubblicana: “Sa vida pro sa Patria”, La vita per la Patria.
Accanto alla pietra che ricorda il valore dei Sardi, un’altra riporta in cifre il numero dei Caduti nella Provincia di Biella: 3121, di cui 6 emigrati biellesi Caduti in Francia nella battaglia delle Argonne e 7 “Sassarini” biellesi Caduti a fianco dei Sardi durante la lunga guerra di trincea.
Anche quest’anno, l’omaggio floreale è stato scelto e donato dalla famiglia Carta, in memoria del Socio cofondatore del Circolo sardo di Biella, Antonio Carta, il cui “Bar caffè Abe” è stato punto di incontro di Sardi che nei primi anni Settanta del Novecento si incontravano per fondare quello che sarà il futuro Circolo Su Nuraghe.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: area monumentale di Nuraghe Chervu, fiori ai Caduti.