Gli emigrati sardi: una risorsa. Il caso di Giovanni Pilu a Sydney

Noosaville, ristorante di Giovani Pilu

Nel loro giro del mondo in ottanta giorni, Battista Saiu e Raffaele Zanella Maolu hanno fatto tappa in Australia per incontrare, attraverso l’Associazione Culturale e Sociale Sarda di Sydney, giovani talenti che vivono fuori, lontano dai luoghi natii, portando il saluto ufficiale dell’Assessore Virginia Mura, di “Assessoradu de su Traballu. Formatzione Professionale Cooperatzione e Seguràntzia Sociale – Assessorato del Lavoro. Formazione Professionale Cooperazione e Sicurezza Sociale” della Regione Autonoma della Sardegna e degli Uffici del Servizio Coesione Sociale e del Settore integrazione immigrati ed emigrazione.
Il progetto regionale prevede l’incontro con emigrati vecchi e nuovi, contatti con le eccellenze che hanno lasciato l’Isola nella prospettiva di nuove possibili risorse anche per la Penisola.
A Nord di Sydney, a Noosaville, nella baia di Freshwater, Acqua fresca/dolce – con facile familiare rimando al toponimo sardo, “Abba frisca/druche” – si trova un rinomato “Ristorante e Bar” dove svolge la sua attività Giovanni Pilu di Sotza, frazione di Padru (Sassari), fondatore e presidente del CIRA, “Consiglio dei Ristoranti Italiani in Australia”, istituito con lo scopo di salvaguardare la cultura culinaria italiana.
In Australia dal 1992, Pilu ha aperto il suo primo ristorante nel 1997. Da allora il suo nome, anche fuori dall’Oceania, è sinonimo di successo all’insegna del cibo buono fatto seguendo e rivisitando la tradizione della sua terra. Cucina contemporanea con alla base ricette e ingredienti genuini che provengono dai luoghi natii. Da quello di adozione, arrivano tutti i prodotti freschi ed alcune etichette, come l’apprezzata bottarga di muggini australiani con il marchio “Pilu”. “Le uova dei pesci sardi – afferma Giovanni Pilu – sono insufficienti a soddisfare tutte le richieste. Molti ovari provengono dall’Australia per essere lavorati e rispediti fuori dall’Isola. Così, ho deciso di produrre direttamente la bottarga qui, dove c’è la materia prima utilizzata anche in Sardegna“.
Altri prodotti, come “su pane carasau” e “sa fregula” dei panifici e pastifici sardi, vengono sposati con ingredienti locali: vale per gli aromi e il pescato fresco dell’oceano, a nozze con i dolci pomodori pelati dell’industria conserviera isolana e i formaggi pecorini, più o meno stagionati, a condire pasta casereccia prodotta a vista, impiegando oltre quaranta persone tra cuochi e personale di servizio in sala e in cucina. Piatti di prim’ordine per una clientela sempre più vasta, annaffiati scegliendo tra circa quattrocento tipi di vino, di cui oltre cento quelli provenienti dalle migliori cantine della Sardegna.
Nascono così anche nuovi percorsi che portano in Sardegna, partendo dalla tavola: attraverso il cibo, molti decidono di attraversare i mari per conoscere sul posto i luoghi di produzione e la gente della nostra Isola.

Asita Biasutti

Nell’immagine: Giovanni Pilu col personale in servizio nel suo ristorante riceve la Bandiera dei Quattro Mori dai Sardi di Biella e di Sydney

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