Sabato 13 febbraio 2016, alle ore 20, il Carnevale del Circolo Su Nuraghe entra nel vivo con un menù di tutto rispetto: la Gran favata, piatto tipico della cucina contadina. Al pari delle fagiolate alpine che riempiono le piazze di gente e profumi, i legumi di Sardegna sono l’alimento ricco della povera mensa contadina. Retaggio di antichi culti in ricordo dei morti ai quali venivano offerti legumi durante i banchetti funebri, ridistribuiti gratuitamente ai convenuti. Nella Roma antica, dall’inizio delle idi di febbraio (giorno 13) e fino al giorno 21, per nove giorni si celebravano gli antenati defunti.
Con la cristianizzazione, frammenti di antichi riti, tollerati e declassati riaffiorano nel folclore popolare.
Diversi gli ingredienti, oggi come allora; diverse sono le mille ricette di fagiolate e favate, in Piemonte come in Sardegna, tutte gelosamente custodite; tutte ottime al palato, una migliore dell’altra.
Quella di Su Nuraghe 2016 sarà la risultante degli accordi tra diverse tradizioni culinarie di cui sono depositari i cuochi chiamati ai fornelli.
Nel mentre, si inizia a mondare le fave, scegliendole una ad una, prima di essere messe a bagno nelle capienti xiveddas, grandi recipienti di terracotta ancora in uso in Sardegna e che a Biella fanno bella mostra di sé, appese alle pareti delle cucine di Su Nuraghe.
Costine, zampini, cotenne, muso e code di maiale saranno gli ingredienti che daranno gusto ad un piatto tanto atteso da rendere insufficienti le accoglienti sale del Circolo.
Info e prenotazioni fino ad esaurimento posti: 01534638.
Giovanni Usai