L’altra sera a Biella, nelle sale del Circolo culturale sardo si è svolto un evento particolare, fuori dall’ordinario. Protagonisti associati di Su Nuraghe di origine continentale, piemontesi, trentini e calabresi, chiamati in cattedra ad illustrare la “loro” Sardegna vista con gli occhi di chi ha scelto di investire nell’Isola, andando ad abitarla e viverla più volte l’anno.
Alberto Berta, Massimo Logoteta, Adriana Ratti, Anna Quaregna e Maurizio Raise si sono alternati al microfono col giovane Mattia a far scorrere immagini di Gallura, perlopiù realizzate nel territorio di Valledoria, comune che si trova nella fertile piana attraversata dal fiume Coghinas, a pochi minuti di macchina da Castelsardo (Sassari), nella regione Nord occidentale della Sardegna.
Con loro si è dato inizio ad un nuovo ciclo di appuntamenti alla scoperta dell’Isola vista da “Sardi acquisiti”, figli adottivi di Sardegna in virtù di una sorta di “Ius cordis”, diritto del cuore: fattispecie giuridica non ancora contemplata negli ordinamenti ma che al pari dello “Ius soli” e dello “Ius sanguinis”, diritto della terra, diritto del sangue, dovrebbe riconoscere cittadinanza a chi, pur non essendo nato in Sardegna, non ha avuto la fortuna di avere ascendenti isolani.
A fine serata, immancabile “su cumbidu”, il rinfresco. In sintonia con l’origine dei protagonisti, è stata servita la tipica torta biellese a base di pane raffermo nella variante al cacao, torta di mele trentine e le più universali “Busie”, dolci caratteristici dei carnevali piemontesi.
Prossimo appuntamento: sabato 3 dicembre, alle ore 21, con proiezione di immagini di Bosa, presentate da Giuseppe Naccari e Gloria Reticelli.
Efisangelo Calaresu