Sardegna in Giappone e lo “ius cordis”, diritto di cuore e dell’animo

Tokyo, Ristorante Tharros

La legislazione nazionale sulla cittadinanza si fonda in generale sulla ratio dello ius sanguinis: l’individuo diventa cittadino italiano per nascita o per adozione, purché abbia almeno un genitore cittadino italiano. In connessione il Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna, attraverso la Legge Regionale 15 gennaio 1991, n. 7, relativa all’emigrazione, individua tra i suoi destinatari: “a) coloro che siano nati in Sardegna, che abbiano stabile dimora fuori del territorio regionale e che conservino la nazionalità italiana, nonché i coniugi ed i discendenti, anche se non nati in Sardegna, purché abbiano almeno un genitore sardo; b) i figli di cittadini di origine sarda che conservino la nazionalità italiana”, equiparando i soggetti dei diritti di cittadinanza anche sul principio dello ius soli, ossia a tutti coloro che siano nati in territorio sardo.
A queste logiche giuridiche parrebbe oggi opportuno aggiungere una nuova fattispecie: lo ius cordis, il diritto che discende dal cuore, dall’animo, dall’intelligenza, estensibile a coloro che, amando particolarmente un certo territorio, ne curano e difendono tradizioni ed identità, facendo conoscere e progredire anche economicamente la terra da loro eletta come nuova patria, pur non in contrapposizione con quella della loro origine.
Sembrerebbe questo il caso applicabile ai titolari di tre ristoranti di Giapponesi che operano a Tokyo: il “Seadas Flower cafè”, di Atsuyoshi Hanazawa e della moglie, Akiko Okabe, situato a Jiyugaoka a Meguro-ku; la “Taverna&Bar italiana Tharros”, di Keitaro Baba gestito dall’abile cuoco Kaji Ito, situata nel centro dell’importante quartiere di Shibuya, poco dietro la stazione (Shibuyakudogenzaka, 1-5-2 Piano terra); “Apposentu” di Akihiro Kimura nel quartiere modaiolo di Ginza / Tokyo Nihonbashi: non solo imprenditori mossi da logiche economiche di profitto, ma fondatori di nuclei propulsori della promozione di cultura e tradizioni di Sardegna attraverso il cibo.
Da anni, infatti, i loro locali sono sede di incontro e manifestazioni di “Isola”, l’associazione presieduta da Valeria Pirodda. Così è stato anche durante le recenti celebrazioni del quarto anno di attività dei Sardi che vivono in Giappone. Iniziative inserite nell’ambito dl progetto “Cibi e Rituali di Nuova Luna: gastronomia e antropologia per la comunione tra Sardegna, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda”, coordinato da Battista Saiu che, con Raffaele Zanella, hanno scoperto questa particolarissima realtà. Durante gli eventi giapponesi, accompagnati dalle launeddas di Tore Agus di Pula, hanno portato a tutti il saluto ufficiale di Virginia Mura, Assessore del “Lavoro. Formazione Professionale Cooperazione e Sicurezza Sociale” e degli Uffici del Servizio Coesione Sociale e del Settore integrazione immigrati ed emigrazione della Regione Autonoma della Sardegna.

Ivan Solinas

Nell’immagine: Tokyo, Ristorante Tharros, Festa sarda con panadas

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