A Biella, come in tutte le piazze d’Italia, il Tricolore è stato esposto su balconi, issato su pennoni pubblici e domestici. Il Vessillo nazionale, affiancato alle insegne di Europa, Sardegna, Piemonte e della Città di Biella è stato innalzato anche presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu eretta a ricordo dei Caduti sardi e dei Caduti biellesi. Una grande bandiera italiana ha fatto da sfondo alla cerimonia che si è svolta in piazza del Duomo, a Biella. Sul palco, allestito utilizzando il piccolo dislivello sollevato di poco più di uno scalino rispetto al pubblico, hanno trovato posto le massime autorità del territorio con al centro Annunziata Gallo, nuovo prefetto di Biella, che ha dato lettura del messaggio inviato dal Presidente Mattarella.
Nelle parole di saluto istituzionale il riferimento alla “nuova forma di stato”, due anni prima che la nuova Costituzione venisse adottata, fonte di diritto che molti ci invidiano, “a cui parteciparono per la prima volta anche le donne”, superando lo Statuto promulgato cento anni prima (4 marzo 1848) dal Re di Sardegna Carlo Alberto.
Pagine di storia particolarmente presenti nella memoria del Popolo sardo e di quello piemontese: 297 anni di storia comune uniscono Sardegna e Piemonte, risalenti all’8 agosto 1720, quando Vittorio Amedeo II di Savoia ricevette – sottratto alla Corona di Spagna – l’antico regno sardo, in forza dei trattati di Londra (1718) e dell’Aia (1720); 156 anni di Unità d’Italia frutto della trasformazione dell’antico Regno di Sardegna in Regno d’Italia, divenuto la Repubblica oggi celebrata. Con la “nuova forma di stato”, il Tricolore continua a tingere cieli e piazze d’Italia.
Simmaco Cabiddu