Sabato 16 dicembre, ore 21:00, inizio nuovo anno sociale di Su Nuraghe – serata di Auguri animata da Jolanda – saggi di danze, balli sardi e continentali – inaugurazione mostra fotografica “Migrazione di animali e vegetali: funghi di Piemonte e di Sardegna” – “cumbidu”, rinfresco – apertura fino al 28 febbraio 2018 – visite: mercoledì, ore 15/17 – martedì, venerdì e sabato, ore 21/23 – ingresso libero.
Nell’occasione, verrà presentato Su Calendariu 2018, dedicato ai funghi, frutto della collaborazione tra il Gruppo Micologico Biellese di Sagliano Micca e il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe, concretizzando la proposta di Lucio Bordignon, socio attivo in entrambi gli enti. Determinante è stato l’aiuto dei micologi Renato Tizzoni e Robin Cara e dello stesso Lucio Bordignon. Sono loro che con Andrea Virla “nos ant dadu linu e lana” (ci hanno dato lino e lana): affascinati dall’Isola di Sardegna, hanno messo a disposizione fotografie e competenze relative alle due terre.
Abbiamo scelto di rappresentare Su Calendariu 2018 con immagini tra le più blasonate di porcini o boleti, appartenenti alla famiglia delle Boletacee. Alcuni esemplari sono rinvenibili solamente in Sardegna, altri solamente in Piemonte. Altri ancora sono comuni in entrambi i territori, in ragione del clima e della diversità vegetazionale.
Scopo di Su Calendariu 2018 è quello di far crescere l’amore per i funghi, non solo indispensabili alla salute e al vigore dei nostri boschi, cibo raffinato per il nostro palato, ma anche importante elemento capace di mantenere quella bio-diversità di cui sovente si parla, umile espressione della bellezza del Creato. Il fungo, motore delle nostre foreste, quello che dà quella spinta in più alle nostre piante, quasi un ricostituente: grazie all’azione dei micelio, i funghi costruiscono sotto terra una rete sommersa capace di assimilare meglio sostanze nutritizie del suolo, permettendo alle piante di essere più rigogliose. Poiché la maggior parte dei funghi vive in simbiosi con gli alberi, espletando in questo modo un ruolo di primaria importanza nell’ecosistema del bosco, anche la flora micologica delle rispettive regioni presenta notevoli varietà.
Chi non conosce la forte passione per la stagione dei funghi? Ci sono persone che vivono per i funghi, aspettando con trepidazione la fine dell’inverno per poter uscire tra i boschi. Non sono nemmeno spuntate le prime foglie che i cercatori vanno alla ricerca delle morchelle (spugnole); poi, in maggio, raccolgono i primi finferli (gallinacci), in giugno i primi porcini, i cosiddetti fioroni, in luglio e agosto salgono i monti perlustrando le foreste ataviche, alcune mai tagliate dall’uomo, dove i porcini crescono sotto gli abeti e i faggi. In settembre-ottobre ridiscendono in collina, dove avevano raccolto i primi funghi, per cercare i porcini del castagno; altri perlustrano le baragge in cerca di porcinelli (donne, o cravette, rosse e nere). A novembre, la raccolta termina col pregiato poliporo piede di capra (bruel) e con la famigliola buona (chiodini).
La maggior parte dei fungaioli si limita a raccogliere poche specie, forse per prudenza o per scarsa conoscenza; i più preparati arrivano tranquillamente a raccoglierne fino a 50 qualità, tra cui specie prelibate che gli altri non conoscono o che prendono a bastonate. Pratica dannosa, quest’ultima, e per nulla rispettosa di una creatura, il fungo, che ha anch’essa diritto di vivere senza essere schiacciata.
Su Calendariu 2018 è il prodotto visivo di una sorta di migrazione di piante che, al pari di animali ed umani, sono capaci di spostarsi nei territori al variare di determinate condizioni necessarie alla vita. Se, da una parte, è possibile riscontrare come funghi che vegetano in Piemonte siano assenti in Sardegna, dall’altra, invece, alcuni tipi sono presenti di qua e di là del mare. Caratterizzano i rispettivi habitat, comuni o diseguali a seconda dei casi, determinati principalmente da fattori dipendenti da clima e posizione geografica. In Sardegna prevalgono comunità fungine tipiche della vegetazione mediterranea, dove prosperano roverella, quercia da sughero, leccio, corbezzolo, olivo e cespugli di mirto, lentisco, fillirea e varie specie di cisto, essenze assenti in Piemonte allo stato naturale. Dal punto di vista botanico, l’Italia del Nord è più prossima alla flora mitteleuropea, grazie alla maggiore umidità rispetto alle comunità vegetali isolane. In Piemonte, si incontrano ancora estesi boschi di faggio e di betulla, di querce a foglie caduche, di pioppi e di salici di varie specie, di ontano nero e verde, di carpino e di frassino.
A tutti, il consiglio di essere parsimoniosi, di non rovistare il sottobosco lasciandolo il più possibile integro, di rispettare le norme che regolano la raccolta e di munirsi di un cestino di vimini per permettere alle spore dei funghi di diffondersi nell’ambiente, cosa impossibile se messi in una borsa di plastica, del resto vietata dalla Legge.
Battista Saiu