Immagini festa san Giuseppe di Riva
Sabato pomeriggio in Riva, il quartiere di Biella in cui ha sede il Circolo Culturale Sardo, una nutrita delegazione di Su Nuraghe si è recata alla chiesa di San Giuseppe morente per partecipare alla novena del padre putativo di Gesù e alla santa Messa officiata da don Donato Vassanelli, dei Servi di Nazareth e dal parroco di San Cassiano, don Piero Grosso.
A metà strada, Gabriele Prola, presidente della “Pia Unio a Transitu pro Morientibus Adiuvandis”, l’Associazione di Apostolato per la preghiera in soccorso dei morenti, fondata un secolo fa da San Luigi Guanella, ha accolto e salutato la rappresentanza dei Sardi. Assieme hanno percorso la breve salita che porta all’antico sacello che sorge sulla vecchia strada per Oropa, annunciati dal suono delle launeddas di Nicola Diana e Maurizio Caria.
Durante la Messa, sono state ricordate le intenzioni di suffragio “per la nostra piccola sorellina Giulia”, ha ricordato commosso il celebrante. In questo giorno, Giulia avrebbe dovuto indossare il suo abito tradizionale nuovo. Per lei, la coetanea Iris vestita a festa al posto suo, accompagnava il cugino Lorenzo in gabbanu e berritta. Nei primi banchi, a fianco di mamma Isabella e papà Massimo, altri bambini di Su Nuraghe orgogliosi nei loro costumi, col compito di portare offerte all’altare: vino cannonau e pane carasau.
Prima della benedizione finale, quella del grano distribuito sulla porta della chiesa: verrà fatto germinare al buio per essere portato in chiesa il pomeriggio di Giovedì Santo nelle parrocchie di appartenenza per decorare l’altare del Santissimo Sacramento.
Tradizioni che si rinnovano e fortificano, dall’Isola al Continente: a Biella come in Sardegna, con la santa liturgia animata dalle Voci di Su Nuraghe, coordinate da Giacomo Canu, dirette da Renzo Boin, accompagnate all’organo da Roberto Perinu.
Nelle parole di saluto, il presidente di Su Nuraghe, Battista Saiu ha voluto ringraziare musicisti, cantori e tutti i presenti, Sardi e Biellesi, particolarmente il vescovo di Biella, sacerdoti e confraternita di San Giuseppe per l’opportunità concessa nella nostra Diocesi di poter pregare e cantare in lingua materna nei momenti di gioia e in quelli del dolore. Un modo concreto per sentirci più vicino a Dio e agli uomini.
Salvatorica Oppes
Nell’immagine: arrivo della delegazione di Su Nuraghe davanti al Sacello di San Giuseppe di Riva