Nei giorni scorsi, accompagnati dalla prof. Isabella Borrione, allievi della classe quinta superiore della scuola “Big Picture Learning” hanno fatto visita al Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo.
La nuova scuola privata che a Biella ha sede presso “SELLALAB” di via Corradino Sella è una delle centinaia di scuole Big Picture Learning che, in tutto il mondo, operano insieme e con le proprie comunità per ripensare e ridisegnare l’educazione attraverso programmi educativi innovativi rivolti a ragazzi, docenti e scuole per contribuire a formare ed educare il futuro della società.
Nell’ambito del percorso di studio quinquennale è stato inserito il passaggio formativo al Museo delle Migrazioni di Pettinengo, con l’obiettivo di potenziare uno studente alla volta, affinché ciascun allievo sia consapevole del proprio percorso didattico e professionale.
Accolti nella chiesa dei santi Grato d’Aosta ed Eusebio da Cagliari di canton Gurgo, studenti e insegnante hanno avuto il primo contatto con la migrazione dei popoli Romanì attraverso le immagini di Andrea Ciprelli, estensione museale dedicata a Gustavo Buratti Zanchi, strenuo difensore di minoranze etnico linguistiche che ha voluto che il suo corpo fosse avvolto nella bandiera dei Sinti.
La visita è proseguita nelle sale del Museo di via Fiume, 12, dove a migrare, a fianco di genti venete, sarde e piemontesi, ci sono pietre ed animali. In una sala è presente l’allestimento con esemplari di uccelli migratori della Collezione del dott. Giovanni Rovetti. Accanto ai pennuti dalle possenti ali che nidificano e svernano tra Africa ed Europa sono segnate le loro rotte migratorie e i luoghi di sosta tra Sardegna e le Alpi. Altri pannelli illustrano la diffusione nella penisola italiana, in Africa ed Europa di reperti litici lavorati provenienti dal Monte Arci (Oristano), risalenti al IV Millennio a.C.
In altra sala è rappresentata l’arte italiana del primo Novecento che nel Biellese approda attraverso un’opera di prima grandezza: al Museo delle Migrazioni di Pettinengo è esposta “La madre dell’ucciso” statua marmorea di Francesco Ciusa, la cui copia in gesso partecipò con grande successo alla Biennale di Venezia del 1907.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Allievi e docente della scuola “Big Picture Learning” accanto a “La madre dell’ucciso” di Francesco Ciusa