Sabato 28 aprile, a Pettinengo, con inizio alle ore 09:00, presso la chiesa di San Grato e Sant’Eusebio di Canton Gurgo verranno presentati i primi risultati del progetto sulla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, Musei e siti UNESCO, sostenuto dalla Regione Piemonte e dalla Regione Autonoma della Sardegna. A fianco di Su Nuraghe, sono coinvolti scolari della classe V Elementare “Aglietti” di Cossato con le loro maestre Lorella De Luca e Valeria Antico, e studenti del Liceo Scientifico “Amedeo Avogadro” di Biella con docenti e Dirigente scolastico, prof. Dino Gentile. Durante l’incontro verranno presentati e messi in mostra alcuni elaborati su memoria e identità, ed esposti manufatti laboratoriali connessi ai saperi tecnici artigianali relativi al restauro del seicentesco tabernacolo custodito nell’oratorio che accoglie l’evento.
Accanto ai precedenti allestimenti su migrazione veneta, piemontese e sarda declinata al femminile, alcuni componenti il Comitato scientifico del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, presieduto dal prof. Piercarlo Grimaldi, presenteranno le nuove esposizioni museali comprendenti uccelli migratori della collezione di animali imbalsamati donati dagli eredi del dott. Giovanni Rovetti. Su pannelli dedicati, illustrati con testi e cartine tematiche, sono riportate le rotte migratorie primaverili/prenuziali verso Nord e quelle autunnali/postnuziali, verso Sud.
Altro nuovo allestimento riguarda la migrazione dei Romanì, due gruppi umani, distribuiti tra Sinti e Rom, i cosiddetti “zingari”, popoli che giunsero in Italia, partiti dall’India, intorno all’anno Mille.
Il nome dei primi deriva da Sindh, la regione del Pakistan da dove provengono; il secondo significa “uomo libero” e viene usato per designare l’intera comunità nomade. I Sinti, perlopiù giostrai e proprietari di circhi, sono di provenienza mitteleuropea, con presenza attestata fin dal Quattrocento; mentre i Rom sono quasi sempre stagnini e doratori di rame, arrivati in Italia attraverso Grecia e Albania.
Nella parte mineralogica, infine, entrano due nuovi campioni: ossidiana e lignite del Sulcis della collezione Beducci-Bertolone. Di ossidiana, vetro vulcanico proveniente dal Monte Arci, sono i manufatti sardi di perda crobina, pietra corvina, nera come il corvo, ritrovati in Francia, nella penisola italiana fin sotto le Alpi e nell’Africa mediterranea, testimoni di migrazioni sarde risalenti al Neolitico, intorno al IV millennio a. C. La lignite, il carbon fossile di Carbonia, invece, racconta la storia di recenti migrazioni verso l’Isola, a partire dal 1935 e la successiva nascita della città di Carbonia (1938), con il forzato trasferimento di persone dall’Italia peninsulare per il rilancio delle attività industriali del Sud della Sardegna.
Sulle note dell'”Innu de su patriota sardu conta a sos feudatarios“, l’evento, salutato dalle melodie della Banda musicale di Pettinengo, sarà scandito dalle salve beneaugurali dei “Fucilieri di Su Nuraghe” e benedetto dalle “Donne del Grano” col getto di semi di frumento e rottura del piatto.
Infine, la manifestazione terminerà nella bella cornice di Villa Piazzo.
Battista Saiu
Nell’immagine: scolari della classe V Elementare “Aglietti” di Cossato durante la raccolta delle testimonianze