Marzo, migrazione di animali e vegetali: funghi di Piemonte e di Sardegna

Boletus pinophilus Pilát & Dermek

Chi non conosce la forte passione per la stagione dei funghi? Ci sono persone che vivono per i funghi, aspettando con trepidazione la fine dell’inverno per poter uscire tra i boschi. Non sono nemmeno spuntate le prime foglie che i cercatori vanno alla ricerca delle morchelle (spugnole); poi, in maggio, raccolgono i primi finferli (gallinacci), in giugno i primi porcini, i cosiddetti fioroni, in luglio e agosto salgono i monti perlustrando le foreste ataviche, alcune mai tagliate dall’uomo, dove i porcini crescono sotto gli abeti e i faggi. In settembre-ottobre ridiscendono in collina, dove avevano raccolto i primi funghi, per cercare i porcini del castagno; altri perlustrano le baragge in cerca di porcinelli (donne, o cravette, rosse e nere). A novembre, la raccolta termina col pregiato poliporo piede di capra (bruel) e con la famigliola buona (chiodini).
Il Boletus pinophilus Pilát & Dermek – nome popolare: porcino dei pini – in piemontese: bulé baruss è simile al Boletus edulis, ma il colore del cappello è più rosso-granata, talvolta violetto-nerognolo.
È un fungo poco diffuso e, nonostante il nome scientifico (amico dei pini), cresce anche nelle faggete e nelle abetaie di montagna. È una boletacea precoce perché a volte compare già a maggio-giugno, per riprendere a vegetare in autunno, dopo la pausa estiva. Non è escluso che cresca anche in Sardegna, benché in letteratura non siano state trovate notizie relative al suo ritrovamento.
La fotografia di Andrea Virla illustra il mese di marzo di Su Calendariu 2018 del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella.

Lucio Bordignon

Nell’immagine: Boletus pinophilus Pilát & Dermek (fotografia di Andrea Virla)

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