Accompagnato dal messo comunale Alessandro Perotti, il sindaco di Cossogno, Doriano Camossi ha voluto portare di persona la pietra che ricorda i concittadini caduti durante la Prima Guerra Mondiale, da inserire nell’area monumentale di Nuraghe Chervu, alle porte della città di Biella. Una lastra di riuso, in parte levigata, riporta il nome della località, frutto della fusione tra le attuali frazioni di Ungiasca e Cicogna. In carattere leggermente più grande la parola “Caduti” e le date 1915 – 1918. Null’altro. “Non è stato possibile mettere una cifra esatta – afferma il primo cittadino – in quanto i nomi riportati su cippi e lapidi sparsi nel territorio a volte sono ripetuti più volte o sono omonimie che dobbiamo ancora verificare. Comunque – rassicura – i nostri morti sarebbero oltre settanta”, impegnandosi a comunicare la conta esatta.
Terra di confine tra Italia e i cantoni svizzeri del Vallese e del Ticino, Cossogno (Cosseugn in piemontese, Cussögn in lombardo), è l’estrema punta settentrionale del Piemonte al confine con la Lombardia che il 21 ottobre è chiamata a decidere attraverso referendum se continuare a essere Piemonte o diventare lombardo. Un territorio particolarmente “diverso” nel mosaico di popoli che formano l’Italia del presente e che con il sacrifico della vita di tanti giovani è divenuto unito, attraverso quella che da alcuni viene definita la IV Guerra risorgimentale, la prima mondiale. Una memoria collettiva affievolita che con Nuraghe Chervu si vuole rinvigorire e tramandare.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: il dott. Antonio Pusceddu degli Uffici Parchi e Giardini di Biella riceve dal sindaco Doriano Comossi e dal messo comunale Alessandro Perotti la pietra per Nuraghe Chervu