Burro biellese e pani sardi decorati con antichi simboli

marche da burro biellesi con il Fiore della vita

Conversazione con Battista Saiu – mercoledì 3 luglio 2019, Graglia, ore 21, in via Canale, 3 – XIX edizione di “Vita d’Artista” nella “ca’ di Celeste e di Rosa” – “Migrazione di simboli, le marche da burro biellesi della collezione Pietro Foddanu” – proiezione di immagini – rinfresco – ingresso libero

Ritornano gli appuntamenti estivi a Graglia presso la “ca’ di Celeste e di Rosa”, caratteristica abitazione di architettura biellese, messa a disposizione dallo psicoterapeuta Giuseppe Alfredo Campra, presidente dell’Università della Terza Età, originario della Valle Elvo, residente a Torino.
Durante la serata l’antropologo Battista Saiu illustrerà alcuni simboli presenti nelle marche da burro biellesi esposte nei nuovi allestimenti del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, di Pettinengo, raccolte nei primi anni Sessanta del Novecento da Pietro Foddanu, nato a Biella nel 1924, entrambi originari di Pozzomaggiore (Sassari).
Nella sua veste di architetto, Foddanu ha condotto studi ed approfondimenti circa la storia delle abitazioni alpine, eseguendo i rilievi delle antiche case in Valle d’Oropa, riportati nel testo di Giacomo Calleri, “Alpeggi Biellesi, tecniche casearie tradizionali, terminologia, arte pastorale“, edito dal Centro Studi Biellesi nel 1966, effettuando un’attenta ricostruzione delle usanze delle popolazioni alpine, tramite una raccolta di oggetti originali che sarebbero andati perduti, consentendo di non disperdere la memoria del territorio.
Tra gli oggetti messi a disposizione dalla famiglia Foddanu, Battista Saiu “leggerà” le incisioni presenti su alcune marche da burro biellesi: simboli universali, comuni a molti insegnamenti religiosi e spirituali presenti nelle antiche culture mediterranee risalenti alla civiltà egizia e a quella giudaica, quali il “fiore della vita” – forma geometrica costituita da cerchi con lo stesso raggio che si intersecano e sovrappongono – presente in Egitto nel tempio di Osiride, localmente conosciuto come “stella delle Alpi” e il “nodo di Salomone”, prototipo di quello celtico, contrassegno spiraliforme ed iniziatico, entrambi correlati ad antiche divinità alle quali originariamente associati, sostituite con il Cristianesimo dalla Croce di Gesù.
Con l’avvento della nuova Fede, l’uso depotenziato di questi simboli sacri permane come decorazione nei pani rituali sardi, in quelli iberici e dell’Italia peninsulare, incisi anche sulla pasta dei “corzetti/corsetti/croxetti”, preparata in Liguria per i pranzi festivi.

Salvatorica Oppes

Nell’immagine: marche da burro biellesi con il “Fiore della vita”, collezione di Pietro Foddanu

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.