La comunità sarda di Biella, rappresentata dal presidente del Circolo sardo Su Nuraghe, Battista Saiu, ha recentemente reso omaggio a Berlino al monumento dedicato alla persecuzione di Rom e Sinti nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.
Il monumento, nei pressi della porta di Brandeburgo, uno specchio d’acqua circondato da pietre spezzate che ricordano le località di prigionia, presenta tra gli altri elementi simbolici un triangolo centrale, che rimanda ai triangoli di diverso colore attribuiti ai deportati in base alla propria “categoria concentrazionaria” (“politico”, “ebreo”, “zingaro”, “omosessuale”, “disabile”, “detenuto per reati contro la sicurezza”, ecc.). Riecheggiano le parole della poesia Auschwitz, del poeta Rom abruzzese Santino Spinelli: «Volto affondato / occhi spenti / labbra fredde / silenzio / un cure lacerato / senza respiro / senza parole / senza lacrime».
Tra le località di prigionia ricordate, Perdasdefogu, piccolo comune della Sardegna: uno dei centri di internamento per «zingari» in Italia istituiti dal regime fascista, che con un provvedimento dell’11 settembre 1940 determinò la cattura e la prigionia di almeno un migliaio di persone, tra cui moltissimi bambini, in campi di concentramento e località di internamento disseminate in tutta la penisola, in particolare nelle regioni centro-meridionali del Paese.
Proprio alla Sardegna, dove Rom e Sinti furono inviati dapprima, già nel 1938, come “confinati” e successivamente come “internati”, conducono alcune delle primissime tracce che hanno consentito di ripercorrere e non dimenticare queste vicende: grazie al lavoro di Mirella Karpati e dell’allora Centro Studi Zingari, nella prima metà degli anni Ottanta vennero raccolte le testimonianze di ex internati e deportati Rom e Sinti, poi pubblicate sulle pagine della rivista ‘Lacio Drom’.
Al Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo aperto a Ferragosto e tutte le domeniche (ore: 15-19) è possibile visitare la Mostra “Omaggio a Tavo Burat, Gustavo Buratti Zanchi” – immagini di Andrea Ciprelli – parla delle migrazioni dei popoli Romanì – Info e prenotazione: Idillio, 3343452685 – Ingresso libero.
Rosa Corbelletto Usai*
*Lavora presso Università degli Studi di Torino, Area servizi agli Studenti – Ufficio Esami di Stato e Segreteria del Senato Studenti. Componente del Comitato scientifico del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo, è curatrice degli allestimenti sulle migrazioni dei Popoli Romanì. Tesi di laurea in Storia dell’Europa (Rom e Sinti nell’Italia fascista. Dalle misure di pubblica sicurezza all’internamento civile). Tesi di dottorato su “Internamento e deportazione di Rom e Sinti dall’Italia”
Nell’immagine: Berlino, monumento dedicato allo sterminio di Sinti e Rom con inciso anche il nome della località sarda “Perdasdefogu”.