Francesca Lai, in arte “Fralalai”, arpista, cantautrice e artista nata e cresciuta a Biella, residente in Olanda, e orgogliosamente di origini paterne sarde di Tissi (Sassari), suonerà e canterà al concerto “Ali ancestrali” il prossimo 14 settembre a Palazzo Gromo Losa, Biella Piazzo. Il suo repertorio, che include canzoni scritte da lei in svariate lingue, anche una canzone in lingua sarda dedicata ai millenari e misteriosi nuraghes, intitolata “Nuraghe so” (sono Nuraghe). Il brano è ispirato al sonetto composto in “Limba” nel 1902 da Celestino Caddeo (Dualchi 1862 – 1945). Il poeta sardo fa risalire costruzione, forza e resistenza dei nuraghi ai giganti della mitologia greca: Piracmone, Isterope e Bronte, figli di Urano e di Gea, rispettivamente il Cielo e la Terra.
“Ho messo in musica le parole di “Nuraghe so”, per sentire dentro di me e dare voce alla forza delle pietre nuragiche e alla loro possenza, per farle riemergere da un passato misterioso in cui la pietra aveva un significato spirituale ed era, tra le altre cose, sinonimo di eternità”, afferma Francesca e continua: “Nel testo, il nuraghe parla in prima persona e dice: Sono Nuraghe, sfido i secoli. Finché il mondo durerà, io durerò. Nessuno mi potrà spezzare, che il cielo continui pure a tempestare. Guarda quanto confido nei poteri. Sono Nuraghe sfido i secoli”.
La musica ha toni scuri e solenni, con momenti più luminosi e aperti. “Canterò questa canzone solo con voce e tamburo – afferma la giovane artista – per esprimere una sonorità grezza, antica e vicina alla terra”.
Con voce velata di emozione, quasi in confessione, la giovane artista pare confessarsi. “Ho cominciato il viaggio di riscoperta delle mie radici dopo la perdita di tre donne care della mia famiglia. Evento che mi ha fatto capire il valore del patrimonio culturale e genetico che è presente in ognuno di noi e che ci è tramandato dai nostri antenati. Quello che mi affascina dell’antica cultura sarda è il suo magismo, che ho scoperto anche grazie al libro “Lo sciamanesimo in Sardegna “ di Dolores Turchi. Attualmente sto finendo il design del logo che abbinerò al mio nome d’arte “Fralalai”: conterrà un antico ed indecifrabile simbolo scolpito nei menhir di Laconi; forma che rimanda a una figura alata, scelta come simbolo del volo, della trasformazione, e del viaggio creativo“.
Ad Ottobre si recherà in Sardegna per visitare Nuraghes, pozzi sacri e Domus de Janas, le “Case delle Fate”, alla ricerca di ispirazione per creare nuove canzoni e suoni ispirati a questa isola ricca di tesori.
Simmaco Cabiddu
Nuraghe so
Sonetto di Celestino Caddeo
Nuraghe so, sos seculos isfido,
Cantu durat su mundu hap’a durare,
Costantemente assalidu mi bido
Da tempestas orrendas in sonare.
Ma mai m’hana potidu atterrare:
Osserva cantu in sos poderes fido.
Su tempus sigat puru a tempestare,
Tantu deo in contrariu decido.
Sighint eras e generaziones
A tramuntare, e deo in cust’istadu
Semper contando sas istasiones.
B’hat resone si deo paro fronte,
Ca sos mastros chi m’hana fabbricadu
Fint Piracmone, Isterope cun Bronte.