La prima domenica di giugno, la comunità dei Sardi di Biella si è data appuntamento in Valle Cervo, presso il santuario di San Giovanni d’Andorno per partecipare con i Valligiani della Bürsch alla santa Messa festiva, la Missa Majore cantata in lingua sarda.
Accolti dall’officiante don Paolo Santacaterina, rettore del Santuario alpino, unico intitolato al santo precursore del Redentore, la celebrazione liturgica è stata animata delle “Voci di Su Nuraghe”, dirette da Roberto Perinu, coordinate da Giacomo Canu, con accompagnamento musicale di Valentina Foddanu.
Una frequentazione che si rinnova fin dal 1997, anno della riapertura al pubblico e ai fedeli. Su invito dell’allora canonico don Giovanni Saino, i Sardi di Biella furono chiamati a cantare a Natale la Messa di mezzanotte, conosciuta in Sardegna come Missa de puddos, “Messa dei galli”, decorata per l’occasione da antichi canti intonati da “Su Cuncordu lussurzesu”, appositamente fatto arrivare da Santu Lussurgiu (Oristano).
Allora, a fine celebrazione, sul cortile imbiancato da una abbondante nevicata venne ripristinata l’accensione rituale del falò e introdotto “su cumbidu”, il rinfresco con distribuzione di vin brulè e dolci sardi in piacevole contaminazione di sapori isolani ed alpini. Fuochi non più riaccesi. Nel presente permane il momento di fraternità con distribuzione di dolci e bevande calde.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Santuario alpino di S. Giovanni d’Andorno, gruppo di partecipanti