La Festa sarda di questa sera, con inizio alle ore 21,00 al Chiostro San Sebastiano con al centro balli, danze e suoni di Sardegna, allietata dalla presenza di due gruppi folk “Amedeo Nazzari”, di Bareggio (Milano), “Naramì”, di Vigevano (Pavia) e dalla voce di Giorgio Enna con canti di Bertas, Barritas, Janas e Tazenda, continuerà domani, Domenica 23 giugno, ore 10:30, con la Missa Majore, solenne celebrazione nella Basilica San Sebastiano – luogo della memoria caro ai Sardi e ai Biellesi – per pregare e cantare in lingua materna, sarda e piemontese.
Sul sagrato della chiesa, prima della Santa Messa decorata dalle Voci di Su Nuraghe, la giornata sarà salutata dalle salve bene augurali dei Fucilieri sardi e dalle note della “Filarmonica Cossatese”. Il tempio civico della Città di Biella, custode delle spoglie mortali di Alberto Ferrero della Marmora, senatore del Regno di Sardegna, Luogotenente generale, amico e studioso dell’Isola, accoglierà la celebrazione della santa liturgia, officiata da Frate Giovanni dell’attiguo convento di San Sebastiano.
Per l’occasione verrà impiegato il “Calice della Sardegna” – rivestito d’oro proveniente dalle miniere di Furtei, nel Sud Sardegna. Arricchito da motivi in filigrana d’argento lavorato “a corbula”, prototipo di quello utilizzato a Cagliari per le maggiori solennità isolane. Il vaso sacro è custodito ed esposto a Pettinengo nel Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli. Un museo dinamico da cui proviene pure lo stampo per la produzione del “pane di Sant’Eusebio”, che verrà benedetto e distribuito alla fine della santa liturgia. Su di esso è raffigurato il “Fiore della vita”, simbolo sacro conosciuto anche come “stella delle Alpi”, migrato dall’Africa e dal Vicino Oriente attraverso le antiche rotte del Mediterraneo e della Penisola Balcanica.
Simmaco Cabiddu
Nell’immagine: Pane di Sant’Eusebio con stampo proveniente dal Museo delle Migrazioni di Pettinengo