Presepio di ambiente alpino con personaggi di diverse regioni d’Italia – aperto tutti i giorni fino al 12 gennaio – feste comprese – dalle ore 15:00 alle ore 18:00 – ingresso libero
Allestito a Pettinengo nella chiesa dei santi Grato ed Eusebio di frazione Gurgo di Pettinengo, il presepe meccanico realizzato da Mauro Zanella con modelli in scala di case Walser e statuine vestite con abiti tradizionali di varie regioni d’Italia, continua a destare stupore e meraviglia in grandi e piccini.
Il sentimento principale che il Presepio delle Migrazioni di Pettinengo è riuscito a suscitare negli oltre 400 visitatori che nelle ultime due settimane si sono avvicendati ad ammirarlo è quello della meraviglia. Quasi nessuno si aspettava di assistere a uno “spettacolo della natività” tanto ricco di animazioni, luci ed effetti speciali.
Due sono le caratteristiche che destano maggiore stupore: il senso di profondità, dato dai 5 piani prospettici che contraddistinguono l’allestimento, e la ricchezza dei particolari. Su ogni piano, realizzato dall’artigiano edile Vittorio Filippone con assi da cantiere messe a disposizione dal collega artigiano Giovanni Mocci, poggiate su una struttura di tubi “Innocenti” (di quelli che si usano per le impalcature), sono collocati modellini di case Walser, elementi del paesaggio e statuine di diverse misure e proporzioni. Il tutto apparecchiato per suggerire all’occhio una fuga prospettica che va dal suggestivo primo piano, con le statue alte 20 cm, ai gruppi di case a ridosso del fondale, con dimensioni molto più ridotte. Sullo sfondo una rappresentazione realistica della corona di monti che circondano il Biellese, realizzata a tempera da Idillio Zapellone sulla base di una fotografia panoramica scattata appositamente da Michele Santeramo nella primavera di quest’anno.
Il risultato è che il diorama sembra molto più esteso dei suoi 24 metri quadrati effettivi.
Per quanto riguarda i dettagli, invece, notevole è la cura che Mauro Zanella, autore del presepe, ha impiegato nella sua realizzazione: a cominciare dagli ormai famosi stambecchi, alti poco meno di 2 cm, che solo gli osservatori più attenti riescono a scorgere, al calar del tramonto, sparsi tra le conifere sulla montagna che sovrasta la grotta da cui fuoriesce una lunga teoria di pastori con greggi e carro trainato da asino.
Per scoprire quali altre mirabili peculiarità si nascondono nel Presepio delle Migrazioni, basta andare a Pettinengo ed entrare nell’oratorio di canton Gurgo.
In concomitanza, l’antica chiesa rionale ospita anche la mostra “Admirabile Signum – come nasce un presepe”, che illustra le varie fasi di realizzazione delle case Walser e delle statuine regionali vestite dalle Donne del filet di Su Nuraghe. I pannelli fotografici sono scanditi dalle parole di papa Francesco che, nella sua recente Lettera apostolica del primo dicembre, ci ricorda il vero significato del presepe, ovvero l’accoglienza e l’amore che “sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce”.
Michele Careddu
Nell’immagine: il fotografo biellese Renato Sella impegnato in una sessione di documentazione del Presepio delle Migrazioni
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