Piemonte e Sardegna: pietre, grano e simboli di memoria e comunità

copertina di Su Calendariu 2020

Sabato 21 dicembre, ore 21, a Biella, biblioteca Su Nuraghe, in via Galileo Galilei, 11, serata di Auguri alla presenza di Babbo Natale – doni ai bambini presenti – inaugurazione nuovo anno sociale – presentazione di “Su Calendariu 2020” e mostra fotografica “Biella,casa Sardegna”: racconto per immagini di Matteo Rebuffa, Idillio Zapellone, Antonio Pusceddu e Gianni Cilloco, con al centro l’area monumentale di Nuraghe Chervu. Apertura fino a sabato 29 febbraio, visitabile martedì, venerdì e sabato (ore 21:00-23:00) e mercoledì (ore 15:00-17:00).

Su Calendariu 2020 costituisce il messaggio tangibile e visivo attraverso il quale il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella offre il proprio contributo di memoria e di comunità per la costruzione del domani. Le immagini e le didascalie, che caratterizzano questa edizione, la incentrano intorno ai momenti, ai significati ed ai simboli delle celebrazioni dello scorso 17 marzo 2019 presso l’area di Nuraghe Chervu. Sito monumentale posto alle porte della città subalpina, sin dal suo anno di fondazione (2008) è dedicato ai Caduti Sardi e Biellesi della Grande Guerra, nonché alla Brigata “Sassari”. Luogo di iniziative di memoria e di identità, che si espandono oltre i confini locali, ha al proprio centro il simulacro di un nuraghe, simbolo materiale e concreto degli antichi legami saldamente esistenti tra Piemonte e Sardegna.

Un iter di storia con diversi protagonisti. In primis il precursore, Sant’Eusebio da Cagliari, primo vescovo di Vercelli nel IV Secolo e, secondo la Tradizione, fondatore del culto mariano di Oropa. Fondamentale, poi, il Generale Alberto Ferrero della Marmora, «esploratore innamorato» dell’Isola e fine studioso, in omaggio al quale il nuraghe è stato costruito con pietre di melafiro, provenienti dalle cave di Curino, roccia di origine vulcanica oggetto di suoi importanti studi geologici nel corso dell’Ottocento. Ad essi vanno affiancati tutti quegli uomini e quelle donne, chi più noto chi meno, migrati nel corso del tempo tra Isola e Terraferma, profondamente coinvolti nella costruzione di quell’Italia Unita, nata proprio da quel Regno di Sardegna passato a Casa Savoia a partire dal 1720. Percorso che ha vissuto i tragici anni della Prima Guerra Mondiale, la IV Guerra di Indipendenza Italiana, durante la quale i Sardi trovarono identità e unità nella leggendaria Brigata “Sassari”, a reclutamento prevalentemente regionale, fiore all’occhiello dell’Esercito Italiano, pluridecorata per le imprese ed i sacrifici dei suoi eroi.

Grazie ad un progetto di condivisione, che ha trovato immediato accredito nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comune di Biella, in sinergia con la Prefettura di Biella ed il locale Circolo sardo, ha esteso, fin dal 2018, un invito ai Comuni di Sardegna e Piemonte per completare l’area monumentale con l’installazione, nel sito del nuraghe, di un lastricato di pietre di riuso di paesi e città delle due Regioni. Ciascuna pietra reca il numero dei caduti della Grande Guerra, a testimonianza e ricordo del dolore e dei sacrifici che hanno contribuito alla creazione dell’Italia moderna. La risposta ha coinvolto oltre 250 Comuni isolani e subalpini, che hanno inviato lastre di varia composizione, forma e fattura.

Il 17 Marzo 2019, 130 Sindaci in fascia tricolore, accompagnati da sezioni di Associazioni d’Arma, famiglie e gruppi di ogni età, hanno presenziato all’inaugurazione del lastricato. Le parole delle massime Autorità locali e i suoni e gli inni della prestigiosa Banda della Brigata “Sassari”, presente il suo Generale Comandante, Andrea Di Stasio, hanno scandito tempi e momenti della commovente cerimonia. Suggestiva, ed attiva, la presenza delle “Donne del Grano”, a mantenere vivo il ricordo del ruolo quasi “sacerdotale” della donna nella Sardegna tradizionale. Il lancio di petali di fiori, frammisti a chicchi di frumento, accompagnato da gesti e parole beneaugurali, ha rammentato le antiche madri isolane che, in costanza di guerra, si presentavano sulla soglia delle famiglie in lutto per ripetere un gesto sacro di fede e di speranza, infrangendo al suolo, oggi come allora, i piatti per i caduti al fronte.

Il progetto del lastricato è ora condiviso anche dall’A.N.P.C.I. (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia), la quale inoltrerà agli oltre seimila Comuni associati la lettera del Sindaco di Biella, estendendo la partecipazione all’intero territorio italiano.

Il tutto in sintonia con “Casa Sardegna”, idea dell’Amministrazione Regionale della Sardegna per l’adozione del simbolo del nuraghe nei luoghi ove sono siti i 121 Circoli sardi nel mondo, in analogia col cosiddetto modello Nuraghe Chervu di Biella, recentemente riconosciuta, quest’ultima, “Città Creativa” UNESCO.

L’iniziativa, cui aderisce in prima persona proprio chi ha dovuto lasciare l’«Isola dai diecimila nuraghi», le torri preistoriche più alte d’Europa, chiama a raccolta i fratelli italiani, finalmente accomunati non solo nelle parole dell’Inno nazionale.

Buona lettura e Buon 2020 – XXXXII di fondazione di Su Nuraghe.

Battista Saiu

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