Rosario in lingua sarda e in piemontese con il vescovo di Biella

Pettinengo, partecipanti al Rosario di canton Gurgo, con al centro il vescovo di Biella, Roberto Farinella e il diacono di Pettinengo, Elio Ceresa

Mercoledì 29 maggio, visita del vescovo di Biella alla chiesa dei SS. Grato ed Eusebio di Pettinengo per pregare in sardo e in piemontese. Con il Segno della Croce in lingua sarda, mons. Roberto Farinella, ha iniziato la preghiera del Rosario, cantato in sardo e recitato in piemontese, lingua materna dei Sardi che fa capo a Su Nuraghe di Biella e in uso a canton Gurgo di Pettinengo.
Ad attenderlo all’interno dell’antico oratorio, intitolato ai santi Grato d’Aosta ed Eusebio da Cagliari, gruppi di fedeli della piccola frazione e del Circolo sardo. Nelle mani dei presenti, i fogli di navata con i testi delle preghiere.
Quelle in piemontese, originariamente tratte da “EL BIN”, libretto edito dalla Stamparia Mario Gros/Tomasone, stampato a Turin, Luj 1980, messe a disposizione da MaPi, Maria Pia Coda Forno di Graglia, sono state rielaborate ed adattate alla parlata locale biellese dagli stessi abitanti di canton Gurgo; quelle in sardo sono tratte da “Cantigos et pregadorias, su Rosariu cantadu”, numero 8 della collana “Ammentos”, libretto edito nell’anno giubilare 2000, con “nulla osta” del cappellano di Su Nuraghe, don Ferdinando Gallu, e approvazione ecclesiastica di mons. Fernando Marchi, l’allora Vicario Generale della Diocesi di Biella.
Trasmissione di Fede e cultura attraverso l’articolato laboratorio linguistico portato avanti da decenni dal Circolo Culturale Sardo di Biella, in sintonia con gli insegnamenti di Sant’Eusebio da Cagliari, patrono del Piemonte, introduttore del culto mariano di Oropa, in perfetta armonia con il magistero di Papa Francesco che chiede di “imparare a parlare il linguaggio degli altri”.
Incontrando i vescovi peruviani a Lima il 21 gennaio 2018, il Papa, parlando dell’evangelizzazione delle popolazioni indigene e dei catechismi tradotti nelle lingue native quechua e aymara, ha osservato che è “necessario imparare a parlare il linguaggio degli altri: solo così il Vangelo” può “essere capito e penetrare nei cuori”. “Non basta solo arrivare in un posto e occupare un territorio, bisogna poter suscitare processi nella vita delle persone perché la fede metta radici e sia significativa. E a tale scopo dobbiamo parlare” la lingua degli altri, “occorre arrivare lì dove si generano i nuovi temi e paradigmi, raggiungere con la Parola di Dio i nuclei più profondi dell’anima delle nostre città e dei nostri popoli.
A fine serata, “su cumbidu”, l’immancabile rinfresco con specialità dell’enogastronomia sarda e piemontese, prontamente predisposte nell’aula dove fino a poco prima risuonavano lodi e invocazioni a Maria Regina di Oropa.

Battista Saiu

Nell’immagine: Pettinengo, partecipanti al Rosario di canton Gurgo, con al centro il vescovo di Biella, Roberto Farinella e il diacono di Pettinengo, Elio Ceresa.

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