Sardi e Biellesi in festa a Biella per “Sa Die de sa Sardigna”

Biella, piazzetta Alberto Ferrero della Marmora

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Lo scorso fine settimana si è svolta a Biella la XXV edizione di “Sa Die de sa Sardigna”, Festa del Popolo sardo, patrocinata dalla Regione Autonoma della Sardegna, in collaborazione con Città di Biella e FASI (Federazione Associazioni Sarde in Italia).
Centro degli eventi, Chiostro e Basilica di San Sebastiano e area monumentale di Nuraghe Chervu. Serata inaugurale all’insegna di balli, danze e suoni di Sardegna, allietati dalla presenza di due gruppi folk: “Amedeo Nazzari”, di Bareggio (Milano) e “Naramì”, di Vigevano (Pavia). Con loro, a far da colonna sonora, suonatori di launeddas, ed organetto diatonico, Tore Agus, Nicola Diana, Maurizio Caria e il cantante Giorgio Ennas.
Dinanzi al tempio civico della Città di Biella, custode delle spoglie mortali di Alberto Ferrero della Marmora, è stato deposto un mazzo di fiori sul sagrato a lui dedicato, a ricordare l’amico e senatore del Regno di Sardegna, generale comandante e studioso dell’Isola. All’interno del cinquecentesco gioiello architettonico è stata celebrata la Missa Majore, Santa Messa officiata da padre Patrik, frate Francescano Minore del convento di Biella. La Santa liturgia è stata decorata dalle Voci di Su Nuraghe, dirette da Roberto Perinu, coordinate da Giacomo Canu, con accompagnamento musicale di Valentina Foddanu. Per l’occasione è stato impiegato il “Calice della Sardegna”, prototipo di quello utilizzato in Sardegna per le maggiori solennità isolane, rivestito d’oro proveniente dalle miniere aurifere di Furtei, del Sud Sardegna, arricchito da motivi in filigrana d’argento, custodito a Pettinengo presso il Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli. Nella sua prima uscita ufficiale, anche il neoeletto sindaco di Biella, Claudio Corradino in fascia tricolore a rappresentare i 2.400 Sardi che vivono nella città capoluogo.
A mezzogiorno, salutati dal suono delle campane e dalle salve bene augurali dei Fucilieri sardi nelle antiche divise tratte dai modelli disegnati da Carlo Felice, la cerimonia si è trasferita presso l’area monumentale di Nuraghe Chervu, sfilando in corteo dal piazzale della Pasticceria Brusa, per innalzare il Tricolore sulle note della Filarmonica Cossatese. Davanti al monumento che ricorda i Caduti sardi e i Caduti biellesi della Grande Guerra, le “Donne del grano”, in abiti tradizionali hanno benedetto spargendo fiori e semi di frumento mentre il sacerdote impartiva la benedizione religiosa.
A Biella, Sa Die de sa Sardigna è differita nel calendario di celebrazione alla terza settimana del mese di Giugno sia per ragioni climatiche, sia per celebrare la cosiddetta “Battaglia del Solstizio” – o seconda battaglia del Piave – del Giugno 1918, offensiva che costò 150.000 morti austriaci e 80.000 italiani – 138 i Caduti della Brigata “Sassari” – aprendo la strada alla vittoria contro l’Impero Austro-Ungarico.
Il 17 marzo di quest’anno, alla presenza della Banda della Brigata “Sassari” e del suo Generale, Andrea di Stasio, con oltre 120 sindaci, di cui 22 provenienti dalla Sardegna, è stato inaugurato il lastricato che ricorda il sacrificio di 20.678 Caduti della Grande Guerra: pietre pervenute da oltre 230 comuni di Piemonte e di Sardegna, località che hanno aderito al progetto del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella, promosso e condiviso dalla Prefettura e dal Comune di Biella, accreditato nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.

Simmaco Cabiddu

Nell’immagine: Biella, piazzetta Alberto Ferrero della Marmora

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