Radici e semantica delle parole sarde, rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche).
Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
PRUÌNI (camp.) ‘polvere’; piùere (log.), piùaru (sass.). S’intende specialmente la ‘polvere’ più minuta tendente al fumoso. Termine molto interessante, che ha impegnato un intero libro del prof. Giovanni Semerano, il quale nell’opera “L’Infinito, un equivoco millenario” espone in quasi 300 pagine i macroscopici fraintendimenti sorti in ogni epoca tra i filosofi circa la parola greca ἄπειρον ‘senza fine, illimitato, immenso’, indicante per antonomasia ‘l’infinito’.
Il filosofo greco Senofane, a differenza dei suoi antagonisti, sosteneva che la Terra Mater, la generatrice dell’Universo, affonda le sue radici nella terra fluida, ossia nella “polvere plasmatrice del tutto” (ἄπειρον, ápeiron).
Noi ritroviamo l’intuizione dell’ἄπειρον di Senofane nel sum. epru, akk. epru, eperu, ipru ‘polvere, dust, earth, debris, soil, mortar’, ug. ʽpr, ebr. ʽāfār, aram. ʽāfrā, ar. ʽafr, gr. ἤπειρος ‘riva, suolo’, ags. ōfer, ted. Ufer, di cui s’ignorò l’origine. Il vocabolo camp. pruìni si lega al vasto elenco di vocaboli mediterranei, i quali ebbero la forza di migrare persino tra i popoli germanici.
La base etimologica di pruìni sta nel sum. (e)pru ‘polvere’ + innin ‘Dea Mater Universalis’. Ricordo il mito ebraico secondo cui Dio creò l’Uomo dalla polvere. Ebbene, pru-ìni è il nome più arcaico e più santo dell’orbe terracqueo, ed indica esattamente la “Dea Mater Universalis” ossia la “Dea Mater Creatrice dell’Universo, Colei che la creò dalla polvere primordiale”: pru-innin.
Salvatore Dedola,
glottologo-semitista
Nell’immagine: l’incipit “P”, in Giampaolo Mele (a cura di), Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari: AMD Edizioni, 2009