Un’analisi sociolinguistica alla Scuola Elementare “Aglietti” di Cossato – progetto di Su Nuraghe di Biella – primi risultati scientifici su saperi e beni immateriali presenti nel Biellese condotti da Chiara Meluzzi per Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli
Lo scorso 9 maggio, all’Istituto Universitario di Studi Superiori, IUSS di Pavia, è stata discussa una tesi di Laurea magistrale dal titolo “Migrazioni interne e variazione sociofonetica: il caso di una scuola elementare biellese”; una ricerca di impianto sociofonetico che si colloca all’interno dell’àmbito di studio della sociolinguistica delle migrazioni. Lo studio, realizzato dalla dott.ssa Alice Betti sotto la supervisione della dott.ssa Chiara Meluzzi, docente e assegnista presso l’Università degli Studi di Pavia, si inserisce all’interno del più ampio progetto “Museo delle Migrazioni. Cammini e Storie di Popoli”, portato avanti dal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” , sostenuto da Regione Piemonte e Regione Autonoma della Sardegna al fine di osservare e salvaguardare il patrimonio linguistico e culturale del territorio biellese. Il Progetto ha dato modo a giovani studiosi di cimentarsi in una vera e propria “ricerca sul campo”, mettendo in pratica le conoscenze sociolinguistiche acquisite durante i corsi universitari.
“Il principale scopo dello studio che ho condotto – spiega la dott.ssa Betti – è stato quello di indagare l’accomodamento linguistico in contesti migratori, focalizzando l’attenzione sui giovani che costituiscono le cosiddette seconde o terze generazioni. Nello specifico abbiamo potuto osservare e analizzare i dati linguistici prodotti dai bambini che, nell’Anno Scolastico 2017/2018, componevano la classe quinta della Scuola Elementare “Aglietti” di Cossato. Trattandosi di una classe molto eterogenea, con all’interno migranti di seconda e terza generazione provenienti da diverse regioni d’Italia, l’analisi è risultata essere un fedele specchio della realtà linguistica e culturale dell’area biellese, nonché un ottimo punto di partenza per osservare come l’ambiente circostante possa influenzare le abitudini linguistiche dei parlanti fino a modificarle.
Le registrazioni dei bambini – continua la neolaureata – hanno infatti permesso di constatare come, in relazione a particolari elementi fonetici, le differenti origini geografiche dei parlanti vengano meno in favore della nascita di una varietà linguistica omogenea, priva di tratti influenzati dalle diverse origini delle famiglie dei bambini intervistati. Si tratta dunque di un interessante punto di partenza, che offre molti spunti di ricerca per analisi future sul territorio biellese”.
Salvatorica Oppes
Nell’immagine: la docente Chiara Meluzzi (a destra) con l’allieva Alice Betti dopo la discussione della tesi di Laurea magistrale