Anche Donori, paese di 2071 abitanti nella provincia del Sud Sardegna a forte vocazione agricola e vitivinicola in particolare, aderisce al progetto proposto dal Circolo Culturale Su Nuraghe, condiviso dal Comune e dalla Prefettura di Biella, per ricordare i 100 anni dalla fine della Grande Guerra e per onorare chi sacrificò la vita durante quel conflitto.
La pietra che viene inviata per essere collocata nell’area monumentale di Nuraghe Chervu è un frammento di pavimentazione di una vecchia casa demolita negli anni Settanta del Novecento: è in arenaria e proviene delle cave in località San Nicola, altra pietra che in passato, con il granito, costituiva una risorsa importante per Donori.
La scritta è stata realizzata da Luigi Coda, attuale vicesindaco di Donori, utilizzando esclusivamente gli attrezzi della tradizione, mazzuolo e scalpello, in omaggio al duro lavoro degli scalpellini che fino agli anni Sessanta del secolo scorso operarono a Donori.
Luigi Coda è discendente di Bernardo Coda che, con i suoi tre fratelli alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento, lasciò il Biellese e si stabilì a Ilbono, in Ogliastra, dove fu attivo come scalpellino.
Negli ultimi anni del secolo Taddeo, figlio di Bernardo, si trasferì a Donori dove si sposò nel 1904.
Combattente nella Grande Guerra come Caporalmaggiore nella Brigata “Lario”, al rientro simpatizzò per le idee di Emilio Lussu e divenne sindaco del paese dal 1920 al 1925. Fu il più importante cavatore di granito della zona fino a tutti gli anni Trenta e per lavorare nei suoi cantieri arrivarono e si stabilirono a Donori altri Coda da Ilbono.
Il figlio Luigi e i nipoti Taddeo, Giorgio, Antonino e Piero continuarono a lavorare il granito e l’arenaria fino alla fine degli anni Sessanta.
”È stato veramente un grande onore realizzare ancora una volta un’opera per ricordare e onorare quei nostri giovani concittadini che dal 1915 al 1918 si ritrovarono vestiti in grigioverde e catapultati in una realtà sconvolgente come era quella guerra, mandati a combattere per una causa che non conoscevano e alla quale i più si sentivano estranei. Povera gente che andava a combattere contro altra povera gente. Ed è innanzitutto a loro che dobbiamo essere grati, a quelli che caddero in battaglia, e anche a quelli che tornarono feriti nel corpo e nello spirito. Donori in quegli anni aveva poco più di 900 abitanti e agricoltura e pastorizia erano le principali attività di sostentamento della popolazione. La Ferrovia Complementare, la miniera di piombo e l’estrazione del granito erano attività marginali che occupavano poche persone.
Nei quaranta mesi di guerra da Donori partirono circa 150 giovani. Le Brigate “Sassari” e “Reggio” furono le Unità che maggiormente videro la presenza tra le loro file dei nostri concittadini. 24 di loro non fecero ritorno a casa, uno su sei! E questo dato rappresenta tutta la dimensione del sacrificio estremo che questi giovani uomini donoresi furono chiamati a compiere in quella guerra. Ricordarli con altri eroi accomunati dallo stesso destino in un luogo della memoria come Nuraghe Chervu, simbolo dell’amicizia tra Sardegna e Piemonte, è opera meritoria e non potevamo esimerci dal dare il nostro piccolo contributo”.
Luigi Coda
Nell’immagine: il Vicesindaco di Donori Luigi Coda con la pietra per Nuraghe Chervu